mercoledì 24 maggio 2017

Ad Aosta con Filippo P.

Erano già passate due ore da quando il pullman era partito che finalmente la guida iniziava le presentazioni.
Tutti erano attenti, a parte me e Lorenzo che eravamo intenti a giocare a carte; così è iniziata la prima gita della classe 1°C: direzione Aosta, le attrazioni in programma erano Pont Saint Martin, Aosta e il Castello di Fenis.
Pochi minuti dopo la brutta figura siamo arrivati alla prima tappa: Saint Martin.

Scesi in un parcheggio approssimativo  ci trovavamo davanti al ponte: era non molto grande e poco imponente, come i ponti di Venezia, era fatto di pietra e a prima vista si confondeva con lo sfondo, ma oltre a questo c'era da pensare che era in piedi dai tempi della Roma imperiale. Saliti, la guida ci ha spiegato la leggenda di questo ponte: era un esempio di come il male si possa sconfiggere con pochi sacrifici. Non a caso lo chiamavano anche “Ponte del Diavolo”.
Dopo 40 minuti abbondanti di pullman, abbiamo messo piede ad Aosta.

Il primo monumento che abbiamo incontrato è stato l'Arco di Augusto, un monumento antico costruito per la vittoria contro i Salassi, antica popolazione che abitava quelle terre.
Poche centinaia di metri più avanti si estendeva l'antico teatro romano, un'imponente struttura semicircolare usata soprattutto per rappresentazioni drammatiche. Da lì prendendo un strada che non finiva più si arrivava al Cryptoportico, cioè la parte sotterranea del foro romano ormai distrutto.
Questo passaggio veniva usato per il transito della gente comune.
Dopo tanti minuti di camminata interminabile e continui errori di strada siamo arrivati finalmente al posto in cui dovevamo mangiare. Il luogo era un parco pieno di scolaresche; dopo una scorpacciata di panini e un po' di divertimento sui giochi, eravamo in marcia per il pullman che ci avrebbe portati al famoso e imponente castello di Fenis.

Arrivati, si trovava davanti ai nostri occhi una vista spettacolare: un'imponente struttura di pietra dotata di ben otto torri accattivanti e due cinta di mura che sembravano non essere mai superate. Entrati, era altrettanto bello: affreschi magnifici e interni studiati in modo intelligente, ogni stanza aveva un segreto che migliorava l'efficienza del castello. 
Gli interni erano decorati con arredi, anche se non originali, che si addicevano benissimo al castello. Dopo una lunga, ma bella spiegazione e visita del castello eravamo pronti per tornare a casa. Nel pullman ho pensato a tutto quello visitato; il monumento che mi è piaciuto di più è stato il castello, mi immaginavo di vivere in quell'epoca, cenare a corte, leggere, passare il tempo e parlare con i miei fratelli e genitori, doveva essere magnifico vivere in quel castello sperduto!                                                                 

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