mercoledì 24 gennaio 2018

LIBRI DI NARRATIVA GENERE FANTASTICO (Fantasy-Fantascienza). Scadenza: 12 marzo

Asimov
Cronache dal futuro
Per chi vuole leggere un classico di fantascienza: il futuro immaginato da Asimov negli anni Sessanta del ‘900

Tolkien
Lo Hobbit
Il più classico dei classici tra i libri fantasy: il tranquillo Bilbo Baggins è chiamato a compiere un’impresa memorabile!

Verne
Dalla Terra alla Luna
Circa un secolo prima che la conquista della Luna avesse luogo, ecco come Verne immaginava l’impresa.


Asher
Prima del futuro
Il 1996, quando Internet era ancora all’inizio e Facebook non esisteva. E se, inspiegabilmente, il più popolare dei social si fosse materializzato sui pc dell’epoca per svelarci il futuro?

Ende
Momo
La storia di Momo, una ragazzina venuta da chissà dove, che sa ascoltare e ha una missione da compiere: sconfiggere gli Uomini Grigi, che minacciano l’umanità. Per chi vuole sognare e riflettere su temi quali il tempo, la felicità e il lato oscuro del progresso tecnologico.

Ende
La storia infinita
Lasciatevi trasportare nel regno di Fantàsia e aiutate l’eroe Atreiu a contrastare l’avanzata del Nulla. Proprio come il protagonista, un bambino del mondo reale di nome Bastiano, che leggendo un libro si ritrova… all’interno di esso.

martedì 23 gennaio 2018

I NOSTRI RACCONTI GIALLI/THRILLER: L'antico cimitero scolastico

Tutto iniziò il giorno 17 dicembre, quando la prof. Sarcuno ci assegnò una ricerca sulla storia del paese: cercando e ricercando scoprii che la mia scuola sorgeva proprio su quello che, qualche secolo fa, era un cimitero. 
 Infatti proprio quel giorno avevo una sensazione di paura e terrore, proprio perché continuavo a sentire rumori strani. Lo dissi alle mie compagne di classe, ma non ci credettero e allora il giorno dopo presi il computer e mostrai i risultati della mia ricerca; esse rimasero stupite e anche loro da quel momento iniziarono a udire dei rumori strani.
Volevamo scoprire cosa fossero, incuriosite e timorose. Decidemmo di entrare a scuola un’ora dopo. Era la mattina del venerdì 13 gennaio, alle sei e mezza, e dopo aver fatto colazione, io e le mie compagne di classe (tranne due che non se la sentirono di venire) ci ritrovammo sul retro della scuola, sicure che nessuno ci avrebbe visto; scavalcammo quasi tutte il cancello, ma l’ultima di noi (Eleonora) rimase incastrata col piede, e insieme l’aiutammo a liberarsi. Nonostante l’inconveniente eravamo pronte per andare a scoprire che cosa fossero quei rumori strani che ci tormentavano dalla mattina alla sera: attraversammo il cortile, entrammo dalla finestra dell’aula di musica che noi stesse avevamo lasciato leggermente aperta il giorno prima, una volta entrate andammo dritte nella segreteria, e fortunatamente in poco tempo trovammo la chiave che accedeva ai sotterranei. Munite di torce cominciammo ad esplorare questi freddi e polverosi ambienti tenebrosi, mentre cominciava a salire un senso di paura e terrore tra noi. Alcune volevano tornare a casa, ma facendoci coraggio a vicenda le convincemmo a proseguire.

A un certo punto c’era un inquietante silenzio, che fu improvvisamente interrotto da un urlo di una di noi, che camminando aveva schiacciato qualcosa. Puntando le torce vedemmo un osso di uno scheletro spaccato in due. Disgustate dalla scena alcune di noi vomitarono, ma il terrore arrivò immediatamente dopo, quando in lontananza sentimmo dei passi avvicinarsi...
Puntammo le torce e a distanza di 15 m, delle sagome di tre uomini fasciati, con occhi neri, con passo lento e braccia in avanti si dirigevano verso di noi. Terrorizzate e con il cuore in gola scappammo come fulmini verso la porta della segreteria, chiudemmo la porta a chiave e davanti ad essa mettemmo banchi, sedie e cattedre. Corremmo ad avvisare la polizia che, ignara di tutto, cominciò la ricerca con carabinieri e corpi speciali dell’esercito. Nel giro di 3/4 ore tutti gli zombie dei sotterranei furono sterminati. Da quel giorno andare a scuola non era più sinonimo di paura!
Giorgia P.

I NOSTRI RACCONTI GIALLI/THRILLER: "Il mistero del registro elettronico"

Da qualche giorno il registro elettronico “NUVOLA” si comporta in modo strano: tutti i voti sono stati abbassati di un punto, ma il problema è che questo è successo solo alla classe 2C!!!
Tutti si sono spaventati, sia Filippo perché ha perso la media del dieci in alcune materie e questo l’ha imbestialito tantissimo, ma anche altre persone che avevano sei e, poverini, adesso sono insufficienti.
I professori hanno consigliato di non pensarci perché era solo un errore del programma, ma con il passare dei giorni si sono aggiunte anche delle terribili note e le dimenticanze si sono moltiplicate: qualcuno è riuscito a infiltrarsi nei sistemi del registro elettronico e ormai ne ha il controllo totale.
Per fortuna che i voti sono stati scritti anche sul registro cartaceo, ma il colpevole è stato anche qui e ha cancellato tutti i vecchi voti e li ha riscritti a suo piacere.
Questo vuol dire che il colpevole si trova all’interno della scuola, ma il problema è che può essere stato chiunque: la preside, le bidelle, gli alunni…
Sono stati fatti controlli a tutte le classi che possano essere entrate nella nostra aula, ma non abbiamo trovato nulla; abbiamo interrogato tutte le professoresse di informatica o che siano abbastanza brave con i computer, ma ancora niente.

Per fortuna a qualcuno è venuta l’idea di interrogare le bidelle, dato che vengono nella nostra classe tutti i giorni, e di loro nessuna sapeva niente, tranne Angela e Marina: la prima non si è preoccupata di niente e se ne è fregata, l’altra invece appena l’ha saputo è venuta subito a tirarci su il morale ed è stata molto carina nei nostri confronti.
Dato che sospettiamo di Angela, abbiamo chiesto a Marina di spiarla mentre sistema la classe, perché che ci fidiamo molto di lei.
Per un paio di giorni non ci sono state complicazioni, finché Marina è andata dalla prof. e l'ha avvisata che tutti i voti che avevamo sono diventati dei quattro; appena la prof. ci spiega quello che le è stato riferito, in classe c'è stato un momento di panico indescrivibile: c’era chi lanciava sedie, chi urlava, addirittura volavano dei banchi…
Adesso sappiamo chi incolpare, ma non ci sono prove che dicono che sia stata Angela, dato che Marina si è dimenticata di farle la foto, perciò non è cambiato nulla.
Ma tutto ad un tratto, Angela va da dalla preside e le racconta ciò che ha visto e fotografato, cioè che Marina è andata a casa della prof. Sarcuno e si sono divertite a abbassare ulteriormente i voti: Marina, la fidata bidella che ci ha tradito fin dall’inizio, e la prof che ha sempre avuto i codici del registro, ma nessuno aveva mai sospettato di lei!
Ci sono le foto scattate da Angela (dato che abita nel palazzo di fianco alla prof), che dimostrano tutto.

Sia la bidella che la prof. vennero espulse dalla scuola, il programma continuò con un'altra insegnante e tutto tornò normale.
Alessandro B.

I NOSTRI RACCONTI GIALLI/THRILLER: Una serata insolita

UNA SERATA INSOLITA

Stavamo tornando dalla festa della nostra amica Anna, inconsapevoli del terribile pericolo che correvamo.

Era sabato sera e io e la mia amica Laura avevamo trascorso la serata dalla nostra amica Anna che compiva quindici anni. Era circa l’una di notte quando finì la festa e Laura ed io ci siamo avviate verso casa. Lei è ormai la mia vicina di casa da quando mi sono trasferita a Chicago. Nel tragitto avevamo notato una macchina che ci seguiva senza farsi notare, e ciò mi portava a pensare male. Sino a quando la vidi sfrecciare a tutto gas di fianco a noi due. Tirammo un sospiro di sollievo. Eravamo stanchissime. Laura mi guardò stupita. Credeva che quelle persone sulla Station Wagon ci volessero rapire. Io mi misi a ridere dallo spavento e riconfermai quello che aveva appena detto la mia amica. Ma quello che era successo non era tutto un caso, perché appena girammo l’angolo trovammo la stessa macchina parcheggiata. Non c'era niente nei dintorni, solo qualche lampione che alternava la luce al buio della fresca sera d’estate. Io guardai Laura, che con terribile sgomento rabbrividì. Ci sentivamo osservate ma non riuscivamo a capire chi ci stesse pedinando.
Aumentammo il passo, senza scambiarci nessuna parola. Sentivamo solo il frinire delle cicale, quando ad un certo punto sentimmo una voce. Non ci voltammo nemmeno, iniziammo a correre. Accecate dalla paura non ci accorgemmo che una persona era presente sulla strada. Vidi Laura svenire per lo stupore. Iniziai ad urlare in cerca di aiuto, anche se sapevo che non sarebbe arrivato nessuno. Mi dispiaceva per la mia cara amica, ma avevo pensato che se almeno io mi fossi salvata avrei potuto ritrovarla, quindi continuai a correre. Avevo timore che quell'essere da cui scappavo mi riuscisse a fermare. Non fu così. La stanchezza ebbe il sopravvento e stremata più che mai mi accasciai a terra e chiusi gli occhi…

Mi risvegliai su un letto. Non era il mio. Non capivo dove fossi. Non capivo chi fossero quelle persone che avevo visto ieri sera.
Una cosa però mi riscaldava il cuore. Vicino al mio letto c’era Laura che russava. Dopo un po’ di minuti sentii una porta dietro di me aprirsi. Mi passò davanti agli occhi un uomo alto sui quarant’anni con occhi azzurri e i capelli brizzolati. Con sollievo capii che era un poliziotto e che mi trovavo al sicuro. Poi iniziai a domandargli dove mi trovassi, il motivo per cui ero lì, e cosa fosse successo. Lui con tranquillità rispose che eravamo nella centrale di polizia e che una pattuglia aveva trovato il mio corpo e quello della mia amica distesi in strada e che eravamo state fortunate a non essere state investite. Ma la cosa che portò a una reazione di puro terrore è che, arrivati in centrale, i suoi colleghi avevano ritrovato nelle nostre borse della droga. E ciò faceva pensare ai poliziotti che ne avessimo fatto uso e che fossimo svenute per questo motivo. Poco dopo Laura si svegliò. L’agente le spiegò tutto. Aspettai che finisse di parlare per raccontargli ciò che era veramente avvenuto, ma lui non si degnò di ascoltarmi e uscì dalla stanza. Io e Laura ci guardammo. Eravamo felici di essere al sicuro, ma non avevamo ancora capito chi fossero le persone della sera precedente e il motivo di tutto questo. Supponevamo che fossero stati i nostri aggressori a nasconderci le droghe nelle borse. Decidemmo di scoprire chi fosse il colpevole. Iniziammo ad elencare tutte le persone che c’erano alla festa e un possibile movente per incastrarle. Infine mi venne in mente che non eravamo mai state molto a genio alla madre di Anna. Infatti non andavamo a casa sua se lei era presente. Non voleva che frequentassimo sua figlia. 
Tutto si collegava perché sua madre faceva la farmacista e poteva procurarsi le droghe da alcuni farmaci. Ma c’era un problema. Non avevamo prove. Ci alzammo dal letto, uscimmo dalla stanza e vedemmo lo stesso agente con i nostri genitori. Mi erano mancati tantissimo, ma dovevo raccontare tutto al poliziotto. Interruppi la guardia per raccontarle l’accaduto e ciò che avevamo pensato. Lui, stupito dalla nostra versione dei fatti, ci rispose con un “so già tutto” e aggiunse che conosceva l’identità degli aggressori e il movente dell’accaduto. Da una porta entrò una ragazza della nostra età che mi sembrava familiare. 
Laura a quel punto spalancò gli occhi
L’agente disse: “è stata lei l’autrice di tutto questo.” Io chiesi al poliziotto chi fosse, ma mi rispose Laura. Disse che era la sua vecchia vicina di casa prima che sua madre fosse denunciata per uso di stupefacenti dai suoi genitori, e che il padre, appena seppe che aspettava una figlia, scappò di casa. E quindi la povera bambina venne affidata all’orfanotrofio. Tutto sembrava collegarsi, ma c’erano ancora tre cose a cui non sapevo dare risposta. La prima era come si fosse procurata l’auto. E subito la ragazzina che sino a quel momento era rimasta a tacere mi rispose con aria saccente che suo padre l'aveva fatta evadere dall’orfanotrofio e che l’aveva accompagnata in questa avventura. Ma mi rimaneva ancora un dubbio. Come faceva a sapere che fossimo proprio lì quella sera? Nessuno seppe rispondere a questa mia domanda. Poi la ragazza disse che era la madre di Anna a vendere gli stupefacenti a sua mamma e sapeva che l’avrebbe aiutata di certo. E così si risolse ogni mio dubbio sulla vicenda.

Ma poi fu Laura ad intervenire. Non capiva come avesse fatto la polizia a rintracciarla. Sarah (il nome della ragazza) rispose che fu lei ad auto-consegnarsi per dimostrarle l’odio e nello stesso tempo l’affetto che provava nei suoi confronti. Dopo di questo l’agente di polizia ci congedò e ognuna tornò nella propria casa. I miei genitori continuavano a chiedermi come stavo, ma il mio unico pensiero era quello di poter scrivere un racconto sull’accaduto.
Lorenzo D.

I nostri racconti gialli/thriller: LA NEBBIA

Stamattina io e Nicolò ci incontriamo sotto casa mia alle 7:45, solo che c’è una nebbia fittissima, più fitta del solito.
Partiamo per andare a scuola, solo che non riusciamo a vedere dove andiamo, quindi scegliamo senza vedere una via e ci incamminiamo. Dopo qualche minuto sento le campane delle otto e  dico fra me e me che siamo di sicuro in ritardo e che dovremmo fermarci a riflettere su dove siamo: ci guardiamo intorno ma non vediamo oltre il nostro naso.


Ormai non sappiamo dove andare, finché non incontriamo Lorenzo M. Ci dice che anche lui si è perso in questo cumulo di nebbia fittissima. Lì con lui cerchiamo dei cartelli con delle indicazioni, ma nel farlo ci imbattiamo in un cancello gigantesco con su scritto “cimitero di Assago”. Lorenzo dice di non aver mai visto un cimitero ad Assago. Io e lui proponiamo di tornare indietro e trovare un'altra strada per andare a scuola, ma Nico si addentra nel cimitero senza dire neanche una parola;  io e Lorenzo lo andiamo a cercarlo tra le tombe, per poi costringerlo a venire con noi a scuola. Dopo qualche attimo lo troviamo caduto a terra davanti a una lapide, io cerco di tirarlo su ma quando gli prendo il braccio si stacca dal corpo e cado a terra. 
Lorenzo mi guarda e mi dice che quello non è Nico, ma uno zombie! Detto ciò, inizia a correre verso il cancello, ma è chiuso a chiave. 
Ormai siamo finiti, non sappiamo dove scappare, quando vediamo in lontananza lo zombie che si gira dall’altro lato e va via. 
Lorenzo decide di scavalcare il cancello ma è troppo alto e sopra  c’è anche del filo spinato, quindi decidiamo di rifugiarci creando una specie di capanna con quello che troviamo per terra e nelle nostre cartelle. Dopo aver finito la mini capanna sentiamo dei movimenti, come dei passi, ma un po’ più pesanti e una voce in lontananza che dice “amici, amici”... noi spaventati ci rifugiamo nella specie di capanna quando sentiamo ansimare sempre più forte, sempre più forte, quando non sentiamo più niente, se ne è andato! Sento la mano di Lorenzo che mi tocca la schiena. Esco dalla capanna e dico a Lorenzo che non c’è nessuno, però non esce, allora metto il braccio dentro alla capanna ma non  riesco ad afferrarlo e quando gli prendo la mano...
“aaaaaah!!!”: c’è solo la mano.
Entro e trovo Nico che si sta mangiando il piede di Lorenzo. Fuggo correndo a più non posso con una mano in mano e urlando a squarciagola, chiedendo aiuto, ma mi ritrovo solo degli zombie che mi rincorrono; sento che mi stanno afferrando, mi hanno preso, ora penso fra me e me che sarò divorato, ecco mi sento mordere la schiena! 
Inizio a urlare per il male, quando mi ritrovo in classe al mio banco a urlare come un idiota. Lì c'è Nicolò intento a tirarmi dalla schiena chiamandomi continuamente: in quel momento capisco che era tutto un sogno e che quando mi sentivo preso dagli zombie in realtà era Nico che mi prendeva e mi diceva di svegliarmi. Per fortuna era solo un sogno, almeno speriamo che non sia un sogno premonitore.

Lorenzo N.


venerdì 19 gennaio 2018

bullismo e diversità: compito autentico


"La stanza 13" di Swindelles

LA STANZA 13

Titolo del libro: La stanza 13
Autore: Robert Swindelles
Casa editrice: Mondadori
Anno di pubblicazione: 2004

Breve trama del libro:
Questo libro parla di una ragazza di nome Fliss che parte con i suoi compagni di classe per una gita. Prima della partenza Fliss ha un incubo, e teme che l’albergo in cui la scolaresca sarà ospitata possa nascondere segreti molto inquietanti. Arrivati a destinazione comincia l’incubo: tutte le notti la sua amica Ellie-May sonnambula si reca in una stanza in cui di giorno ci sono cuscini e lenzuoli ma di notte appare il numero 13 sulla porta, e dentro si nasconde una creatura terrificante. Così Fliss e i suoi amici ogni notte dovranno affrontare una paurosa avventura per salvare l’amica coinvolta nel mistero e non cosciente di quello che le sta accadendo…

Breve descrizione del personaggio che mi ha colpito maggiormente:
Fliss mi ha colpito maggiormente: in alcuni punti mi sono ritrovata caratterialmente con lei, poiché è molto curiosa come me. Felicity è una ragazza molto vivace e curiosa che nonostante tutto vuole aiutare la sua amica in difficoltà. L’amicizia la mette al primo posto, ma soprattutto anche la curiosità e il mistero.

Frasi che mi sono piaciuti di più:
  • Si fermò a guardare il mare e notò in lontananza una roccia scura, spruzzata dalle onde, su cui stava appollaiato un uccello. Era nero e teneva le ali spalancate, come in attesa che il vento gliele asciugasse. Fliss avvertì un brivido e sentì che l’incanto di quella giornata stava per svanire. L’uccello le ricordava qualcosa. Forse una strega o un ombrello rotto. Oppure il corvo in ferro battuto del Cancello del Destino”. 
  • La luce della torcia illuminò la bara. Giaceva con le mani incrociate sul petto e gli occhi chiusi. Era magro, piccolo e sporco. Il volto di un bianco mortale, tranne una macchia scura sulla fronte e una crosta marrone intorno alle labbra bluastre. Una folta chioma di capelli arruffati e impolverati gli copriva il cranio e ricadeva sul letto di terra che copriva il fondo della bara. Le unghie erano spezzate e annerite e l’unico indumento lurido che indossava, qualcosa di simile a un sudario o a una camicia da notte, mandava un tanfo disgustoso.” 
Commento personale:
Il libro mi è piaciuto molto perché era avvincente. A me piacciono molto i libri di genere thriller, ma questo in particolare. In questo libro sinceramente non ho trovato aspetti negativi.
Questo è stato uno dei miei preferiti. Lo consiglierei ai miei compagni che come a me amano la suspense.


Alice A.







"L'armadietto numero 13" di Stine

                                                                              
AUTORE: R.L STINE
CASA EDITRICE: MONDADORI (collana Super Brividi)
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2002

BREVE TRAMA DEL LIBRO:
Questo libro parla di Luke, un ragazzino di I° media che credeva nella sfortuna; infatti appena si presentò a scuola gli fu assegnato l’armadietto N. 13, che si trovava isolato in fondo al corridoio. In quella scuola trovò anche il suo peggior nemico chiamato “il lungo”. Un giorno, finito l’allenamento di basket, andò verso il suo armadietto N. 13 per cambiarsi, ma si accorse che da questo fuoriuscivano degli strani rumori, tuttavia si fece coraggio e l’aprì, dentro ci trovò un gatto nero; diciamo che questa era proprio sfortuna! Ma non finì qui, tanto che ad un certo punto...

PERSONAGGIO CHE MI HA COLPITO DI PIU’:
Il personaggio che mi ha colpito di più è stata Hannah perché quando Luke aveva bisogno di consolazione o anche solo di un supporto lei c’era sempre, anche quando tutti erano contro di lui Hannah era sempre pronta a difenderlo.

FRASI CHE MI HANNO COLPITO DI PIU’:
  • “NON POSSO LASCIARMI SCONFIGGERE UN’ALTRA VOLTA, QUESTA VOLTA CE LA FARO'”
  • “FERMERO’ LA SFORTUNA”
  • “LUKE CE L’HAI FATTA! HAI SCONFITTO IL PADRONE DEL DESTINO!”
COMMENTO PERSONALE:
Il libro mi ha colpito  perché ha un significato molto importante: insegna che tutto è possibile, gli ostacoli si possono superare gradino per gradino e che nella vita bisogna essere sempre prudenti e non aspettarsi che tutto vada sempre nel verso giusto.
GIORGIA P.


martedì 16 gennaio 2018

"La maschera maledetta" di Stine

PICCOLI BRIVIDI
(LA MASCHERA MALEDETTA)


CASA EDITRICE: MONDADORI
ANNO DI PUBBLICAZIONE:1993


Il libro parla di una ragazza, Carly, che viene costantemente presa in giro a scuola per le sue paure. Un giorno un vandalo della sua scuola le offre un panino con dentro un verme vivo; così lei, presa dalla paura, scappa e va a casa sua piangendo.

A casa c'è sua madre con una maschera in mano fatta apposta per lei, la maschera le assomigliava, infatti Carly era molto infastidita perché la maschera le serviva per il giorno di Halloween.

Ad Halloween decide di andare con la sua amica Sabrina in un nuovo negozio di maschere a comprarne una.
Lì trova una maschera molto spaventosa e allora decide di comprarla: essa diventa un tutt'uno con la sua faccia una volta indossata. Per liberarsi della maschera deve trovare un “simbolo d'amore”, che poi scoprirà essere la maschera fatta da sua madre.

Il personaggio che mi ha colpito di più è stata la protagonista perché ha molte paure ma allo stesso tempo è forte interiormente.

La frase che mi è piaciuta maggiormente è stata: “Voglio far paura alla gente”
Perché si vede che Carly non vuole fare più la parte della vittima.

Consiglio il libro a tutti, ma  non a quelli che stanno cercando un libro thriller, perché alla fine non fa così tanto paura come scrivevano nelle recensioni.
Anthony T.




" LO STRANO CASO DEL DOTTOR JEKYLL E MR. HYDE" di Stevenson

CASA EDITRICE: GIUNTI
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1886
TRAMA: Questa storia è ambienta a Londra, dove il notaio Utterson, amico del Dr. Henry Jekyll, si preoccupa trovando il nome di Mr. Hyde nel testamento di Henry. Utterson viene a conoscienza delle caratteristiche di Hyde da suo cugino, il signor Einfield, che gli ha raccontato un fatto agghiacciante su di lui. Quindi Utterson si mette sulle sue tracce, anche chiedendo aiuto al suo amico Jekyll, ma lui dimostra un sospetto disinteressamento nei suoi confronti, come se dovesse nascondere un segreto, infatti fa bene a comportarsi così.
Breve descrizione del personaggio che ti ha colpito di più:
In questo libro non ho individuato un personaggio che mi ha stimolato più degli altri.
Frasi (o passaggi) che ti sono piaciuti di più:
-Questa creatura, che evocavo dalla mia stessa anima e mandavo in giro ad appagare le sue voglie, era un essere intrinsecamente crudele e diabolico. Egocentrico in ogni sua azione e in ogni suo pensiero-.
-if he be Mr. Hyde [...] I shall be Mr. Seek- : Questa frase è spiritosa ed ha un senso di ironia nella frase orignale (in inglese) mentre in quella scritta sul libro rendeva meno l'idea.

COMMENTO PERSONALE: Questo libro mi è piaciuto, soprattutto il finale a sorpresa, ma non ho interpretato, completamente, il romanzo come un giallo, dato che la polizia appare in un solo passaggio e non c'è un vero detective.
Enrico A.

"Dieci piccoli indiani" di A. Christie


Titolo: Dieci piccoli indiani
Autore: Agatha Christie
Casa Editrice: Mondadori


Breve trama: Anthony Marston, John Macarthur, Emily Brent, Lawrence Wargrave, William Blore, Edward Armstrong, Philip Lombard e Vera Claythorne vengono invitati da un certo Owen sull’unica abitazione di una piccola isola chiamata Nigger Island. 
Sull’isola gli invitati appena arrivati non trovano né il signor Owen né sua moglie, ma solo due domestici. A ognuno di loro è assegnata una camera al cui interno vi è una poesia incorniciata su una parete: essa tratta di dieci negretti, i quali uno dietro l’altro morivano per diversi motivi.
Quando gli invitati vanno a cenare scoprono che al centro della tavola ci sono 10 statuine di porcellana che rappresentano i 10 negretti della poesia. 
Quella sera una voce li incolpa tutti per un omicidio e dopo qualche minuto il signor Anthony Marston, dopo aver bevuto un bicchiere di whisky, cade a terra morto. Uno dei dieci è un medico e dice di aver trovato dentro al bicchiere del cianuro. Quasi tutti pensano che si sia suicidato, quindi nessuno si preoccupa troppo, ma il giorno dopo la signora Rogers viene trovata morta nel letto per colpa del sonnifero iniettato. 
L'ipotesi del suicidio non viene più presa in considerazione, soprattutto perché le morti corrispondono precisamente alla poesia e poi mancano anche 2 statuine di porcellana all’appello. 
Allora tutti vogliono ritornare sulla terraferma, solo che non ci sono imbarcazioni e il barcaiolo che di solito porta la posta non torna più. Da lì quasi ogni giorno continuano a morire persone in modo misterioso...

Personaggio che ti ha colpito maggiormente: non c’è un personaggio che mi abbia colpito maggiormente, però posso raccontarvi di uno di loro, per esempio di Vera Elisabeth Claythorne: era una giovane insegnante di ginnastica che però ha dovuto lasciare il suo lavoro di governante dopo che è morta la bambina che accudiva. Lei è stata invitata sull’isola solo per svolgere dei lavori da segretaria.

Commento personale: Il libro mi è piaciuto, anche se non sono un appassionato del genere giallo. L'aspetto più interessante è che è veramente difficile individuare l’assassino, inoltre la poesia dei dieci negretti mi fa proprio impressione. Io non cambierei proprio niente della storia perché non saprei da dove iniziare e come finire.

Lo consiglieresti ai tuoi compagni: Sì, perché mi sembra un libro che ti fa proprio immaginare le scene che racconta  e poi per la suspense che mette in ogni singola parola che scrive.
Lorenzo N.

Filastrocca dieci piccoli negretti
Dieci poveri negretti
se ne andarono a mangiar:
uno fece indigestione,
solo nove ne restar.
Nove poveri negretti
fino a notte alta vegliar:
uno cadde addormentato,
otto soli ne restar.
Otto poveri negretti
se ne vanno a passeggiar:
uno, ahimè, è rimasto indietro,

solo sette ne restar.
Sette poveri negretti
legna andarono a spaccar:
un di lor s'infranse a mezzo,
e sei soli ne restar.
I sei poveri negretti
giocan con un alvear:
da una vespa uno fu punto,
solo cinque ne restar.
Cinque poveri negretti
un giudizio han da sbrigar:
un lo ferma il tribunale,
quattro soli ne restar.
Quattro poveri negretti
salpan verso l'alto mar:
uno un granchio se lo prende,
e tre soli ne restar.
I tre poveri negretti
allo zoo vollero andar:
uno l'orso ne abbrancò,

e due soli ne restar.
I due poveri negretti
stanno al sole per un po':
un si fuse come cera
e uno solo ne restò.

Solo, il povero negretto
in un bosco se ne andò:

ad un pino si impiccò,
e nessuno ne restò.

"Le cascate proibite" di Stine


Autore: R. L. Stine
Casa editrice: Mondadori
Anno di pubblicazione: 2003

Breve trama del libro
In questo libro si racconta di una storia travolgente che un gruppo di ragazzi, Russel, Charlotte, David, Erin e Marty ha vissuto.
Loro sono i ragazzi dell’ultimo anno del Campus e per questo devono affrontare le Cascate Proibite; la leggenda di queste è che un giorno un gruppo di ragazzi si avvia per il bosco, muniti di canoe, pagaie, cibo e vestiti. Affrontandole, non fanno più ritorno.
Russel ascoltando milioni di volte la leggenda, pensa che la sua decisione di andare in canoa scendendo una cascata enorme, si fa sempre meno probabile, ma non vuole far vedere la sua paura immensa ai sui amici, così si fa avanti salvando il cane del campeggio Hawkwood, intrappolato fra un cespuglio di spine.
Alla fine tutti, dopo litigate, leggende paurose, e molto altro, riescono a salire sulla canoa; l’istruttore che li dovrà accompagnare, si è fatto male, quindi saranno da soli e non sapranno cosa li travolgerà…
I protagonisti
In questa storia c’è un gruppo di amici del campo, formato da:
Russel, il protagonista nonché il narratore del libro, ha gli occhi chiari, capelli rossi e le lentiggini.
Charlotte, è praticamente la copia di Russel al femminile, infatti gli si dice sempre che sembrano due fidanzatini e lei non è da meno, finge di essere disinteressata ma in realtà ne è innamorata.
David, il capo, che comanda tutti.
Marty, l’aiutante di David, suo amico per la pelle.
E infine Erin, una ragazza che ha un carattere parecchio forte, infatti David ne è innamorato ma lei non lo vuole fra i piedi.


Frasi che mi sono piaciute maggiormente
-E sentii una voce bassa, dolce che mi sussurrava:” hai salvato la nostra terra dal fuoco. Ora noi salveremo te e i tuoi amici”
-Lanciai un’occhiata ai miei amici, poi mi voltai verso quei volti impazienti:” Le cascate Proibite? Una cosa da niente “ risposi i con un sorriso sotto i baffi.
-Charlotte mi afferrò per un braccio:” Sembrano…sembrano umani!” sussurrò senza fiato:“ no…non sono umani!”

Commento personale
Credo che questo libro sia considerato tra i miei preferiti.
Mi è piaciuto soprattutto perché è un giallo, cioè c’è un’indagine.
Lo consiglio ai lettori a cui piacciono molto la suspense, l’avventura, il coraggio e il lavoro di squadra.
Eleonora R.



"Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte" di M. Haddon


autore: Mark Haddon 
casa editrice: Einaudi
anno di pubblicazione: 2003

breve trama: 
Christopher Boone ha 15 anni e ha una forma di autismo chiamata “Asperger”. 
Un giorno camminando nel suo quartiere vide il cane della sua vicina steso a terra con un forcone che gli trapassava il petto e andava a finire direttamente sull’erba del suo giardino. Così entrò nel giardino della signora Shears, che se ne accorse e lo cacciò via pensando che fosse stato lui ad ucciderlo. Lui iniziò a fare delle indagini chiedendo ai vicini, ma nessuno gli diede delle informazioni utili, tranne la signora Alexander. 
Grazie a lei riuscì ad avvicinarsi sempre di più al colpevole, fino a quando trovò delle lettere mandate dalla madre nell’armadio di suo padre; Christopher non riuscì a capire niente perché suo padre gli aveva detto che sua madre era morta di infarto, così lesse altre lettere e riuscì a capire che suo padre gli aveva mentito. 
Il padre gli disse tutta la verità, così lui scappo di casa e andò a Londra a trovare la madre...
personaggio che mi ha colpito di più:  
Siobhan, la professoressa di Christopher, mi ha colpito molto perché è stata l’unica dei personaggi del libro a comportarsi con i dovuti modi con Christopher, a dargli le dovute attenzioni e a prendersene cura come fosse suo figlio.



frasi o passaggi che mi sono piaciuti di più:

“Penso che le persone credano nell'aldilà perché detestano l’idea di morire, perché vogliono continuare a vivere e odiano pensare che altri loro simili possano trasferirsi in casa loro e buttare tutte le loro cose nel bidone della spazzatura.”

“I sentimenti non sono che delle immagini sullo schermo di ciò che avverrà domani o il prossimo anno, o cosa potrebbe essere successo invece di quello che è successo veramente, e se è un’immagine felice le persone sorridono, se è triste piangono.”

“È come quando sei triste e tieni la radio appiccicata all'orecchio sintonizzata tra una stazione e l’altra, e ti arriva soltanto un rumore indistinto, e allora alzi il volume talmente forte che non riesci a sentire nient’altro e in quel momento sai di essere al sicuro perché non senti nient’altro”

“Si può comunque continuare a desiderare qualcosa, anche se non ci sono molte probabilità che questo si avveri. Sicuro perché non senti nient’altro.”

Commento personale: 
il libro mi è piaciuto moltissimo, anche se all’inizio non capivo assolutamente niente e, quando il protagonista faceva quelle equazioni difficilissime, dovevo fare i disegnini e capire da sola, quando avevo la risposta nell’altra facciata della pagina, come l’indovinello delle tre porte.

Elisa B.


Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte
Autore:Mark Hhaddon
Casa editrice:Einaudi
Anno di pubblicazione:2003
BREVE TRAMA:
questo libro parla di Christopher, un ragazzo autistico, che odia essere toccato e parlare subito con le persone che non conosce. 
Un giorno Christopher stava camminando quando all’improvviso trovò Wellington, il cane della signora Shears, sdraiato a terra con un forcone conficcato in un'anca; allora entrò e si domandò chi potesse aver ucciso il cane ma all'improvviso la signora Shears lo vide con il cane morto in braccio, quindi arrivarono i poliziotti e lo portarono in questura...
personaggio che mi ha colpito di più:
il personaggio che mi ha colpito di più è Christopher perché, nonostante gli sia stato proibito di fare domande sull'uccisione di Wellington, non si dà per vinto e continua a indagare finché viene a sapere la verità.
Commento personale:
questo libro mi è piaciuto molto anche se alcine volte andava troppo nei dettagli e anche se alcune parti le ho dovute rileggere 4-5 volte è un libro molto bello e pieno di colpi di scena.
Camilla.P


Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte
Autore: Mark Haddon
Casa editrice: Einaudi
Anno di pubblicazione: 2003
Breve trama: la storia parla di Christopher, un ragazzo di quindici anni autistico. Sua madre è morta e lui vive con suo padre. Un giorno vede nel giardino della signora Shears, il suo cane, Wellington, ucciso da un forcone e a quel punto inizia a indagare.
Personaggio che mi ha colpito di più: Christopher soffrirà anche di autismo, ma è un ragazzo geniale, infatti nel libro parla di fisica e altre materie complesse. Poi è anche un ragazzo determinato perché anche se suo padre gli vieta di indagare lui continua fino a scoprire che…
Frase che mi è piaciuta di più: il modo in cui mi toccò non mi piacque per niente. Fu allora che lo colpii. 
Questa frase mi ha colpito perché il protagonista colpisce un poliziotto e poi è anche il primo colpo di scena del libro.

Commento personale: il libro è molto avvincente e lo consiglierei a tutti i miei compagni di classe (tranne Giulia).
Lorenzo M.



"Racconti fantastici e del terrore" di E.A. Poe



AUTORE: Edgar Allan Poe

CASA EDITRICE: Piemme Junior

ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1998

TITOLO DEL RACCONTO SCELTO: La botte di Amontillado

BREVE TRAMA DEL RACCONTO CHE MI HA COLPITO DI PIÙ :
Sicuramente è stata “la botte di Amontillado” a colpirmi di più. Parla di due amici: il narratore e Fortunato (un intenditore di vini italiano).
La breve storia si svolge durante il carnevale di Parigi, mentre il delitto avviene nelle Catacombe. L’amico Fortunato ama essere burlone, cosa non gradita dal suo caro amico che, all’ennesima presa in giro, deciderà di porre fine alla sua vita in un modo molto sadico.

PASSAGGIO PIU’ IMPORTANTE: Le lanterne illuminarono la fossa, e i riflessi provenienti dal mucchio di oro e gioielli erano a dir poco abbaglianti

BREVE TRAMA:
Questo libro è un insieme di 7 racconti di Edgar Alan Poe che parlano di avventura e horror. Ognuno con la sola caratteristica in comune della narrazione in prima persona.


COMMENTO PERSONALE:
Questo libro non mi è piaciuto. La scrittura di Poe è molto prolissa, mi spiego meglio: i suoi racconti durano 10/15 pagine, troppo per il narrato, alcune volte tralascia l’azione per la descrizione. Non so se è il genere noir a non piacermi in generale, o proprio la scrittura di Poe.

Comunque per me rimane un libro troppo descrittivo e privo di azione, sinceramente non mi ha fatto stare neanche in ansia. Non lo consiglierei a nessuno, a parte gli appassionati di questo genere.
Filippo P.


Racconti del terrore
AUTORE: Edgar Allan Poe
CASA EDITRICE: Mondadori
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1985
BREVE TRAMA: “Racconti del terrore” narra avvenimenti misteriosi, insoliti e penetranti, come una donna sepolta viva, un inquietante cavallo di fuoco o un’ epidemia che ti colpisce in un istante.
Questo, come altri libri, è un "accumulo" di storie diverse fra loro ma con un’ unica protagonista: la paura.
PERSONAGGIO CHE MI HA COLPITA: Sono rimasta colpita dall’uomo del capitolo “il gatto nero”. Mi ha impressionata perché, essendo sempre stato un grande amante degli animali, non lo credevo capace di strangolare il suo povero gatto nero.
Non mi aspettavo nemmeno che infine dalla collera uccidesse, pur non avendolo fatto di proposito, sua moglie.

FRASI O PASSAGGI CHE MI SONO PIACIUTI: Mi è piaciuto il capitolo intitolato “ la maschera della morte rossa” perché mi entusiasmava la trama che appunto narra di una forte pestilenza detta “ l’epidemia della morte rossa” che colpisce un intero paese e gli unici sopravvissuti in quel momento sono il principe e la sua corte, rimasti barricati nel castello cercando in ogni modo di evitare il contagio. Ma quando si svolge la festa in maschera, a palazzo si presenta una figura inaspettata, che stravolgerà l’intera serata…
COMMENTO PERSONALE: Il libro mi è piaciuto abbastanza, d’altro canto lo ho trovato eccessivamente descrittivo, perciò non ho gradito alcuni capitoli; per il resto, devo ammettere che il genere horror mi piace davvero tanto e in futuro leggerò sicuramente un altro libro di questa tipo.
CONSIGLIO: Io consiglio vivamente questo libro a coloro che amano i racconti “horror tradizionali”, cioè non troppo “splatter” o cruenti, ma con una maggiore graduazione di climax e ansia costante. Lo sconsiglio invece a chi non ama il genere horror e chi piuttosto che l’ansia preferisce degli episodi ricchi di azione.
Giulia S.

Titolo: RACCONTI DEL TERRORE
Autore: EDGAR ALLAN POE
Casa editrice: MONDADORI
Anno di pubblicazione: 1985
Breve trama:
Questo libro racconta tantissime storie di tipo horror inventate da Edgar Allan Poe, che riesce a trasformare una tranquilla storiella in un terrificante racconto del terrore.
Personaggio preferito:
Il mio personaggio preferito si chiama William Wilson,  del racconto “William Wilson”: di lui mi ha colpito il  carattere atavico, cioè capace di immedesimarsi nei propri antenati; questo viene ripetuto molto nel racconto.
Frasi o passaggi che mi hanno colpito:
E mi chiedevo come mai questo venerabile personaggio, dall’aria così modesta e benigna, dall’abito ben spazzolato e clericalmente ondeggiante, e dalla parrucca così accuratamente incipriata, potrebbe essere lo stesso uomo che con acre viso e indosso tutto sudicio di tabacco, faceva dianzi eseguire, ferula in mano, le leggi draconiane della scuola: enorme paradosso la cui mostruosità non ammetteva soluzione!” 
di questa frase mi ha colpito la complessità di alcune parole che ho sottolineato di cui non conoscevo neanche l’esistenza.
Commento personale:
Questo libro non mi è piaciuto per niente, ho compreso solo alcune storie in cui il linguaggio era più facile, non l’ho trovato scorrevole anche perché in ogni frase che leggevo dovevo consultare il dizionario almeno 2/3 volte per capire il significato di determinate parole. Non lo consiglio ai miei compagni, tranne a quelli che hanno un lessico abbastanza ampio.
Alessandro B.








lunedì 15 gennaio 2018

IL MASTINO DEI BASKERVILLE di Conan Doyle


AUTORE: Conan Doyle

CASA EDITRICE: Newton Compton Editori

ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1902

BREVE TRAMA: Sherlock Holmes, noto investigatore londinese, è alle prese di un caso molto particolare. Il signor Charles Baskerville è stato trovato morto sulla brughiera dove era situata la sua proprietà. Vicino al suo cadavere erano presenti impronte di un cane enorme, un mastino. Una leggenda narrava che anche un suo antenato, Sir Hugo Baskerville, morì a causa di un enorme mastino. L’unico erede dei Baskerville era il giovane Sir Henry, che arriva dal Canada per recarsi nella casa di famiglia. Ma dato che quel luogo non era sicuro Holmes affida al suo compagno, Watson, il compito di accompagnare il baronetto a Baskerville Hall, dove accadranno cose sorprendenti.

PERSONAGGIO CHE MI HA COLPITO DI PIU’: Il personaggio che mi ha colpito maggiormente è stato Watson. Il motivo per cui lo scelto è che mi ci sono ritrovato e ho trovato sensati i ragionamenti che faceva.

FRASI CHE MI SONO PIACIUTE DI PIU’

1) “Mi ha detto come si chiamava.”
Holmes mi lanciò un’occhiata di trionfo. “Oh, le ha detto come si chiamava, eh? Molto imprudente. E che nome le ha dato?”
Era il signor Sherlock Holmes”, rispose il vetturino.

2) “Holmes!”, gridai. “Holmes!”

COMMENTO PERSONALE: Ho trovato questo libro molto scorrevole, pieno di colpi di scena e intrigante. Ho preferito questo libro a “dieci piccoli indiani” di Agatha Christie per la sola differenza che Conan Doyle ha avuto una scrittura scorrevole sin dalla prima pagina, mentre le prime trenta pagine della scrittrice inglese le ho trovato molto pesanti.

Consiglio questo libro a tutti perché non è troppo lungo, è appassionante e non troppo difficile.

Lorenzo D.

"In trappola" di Michael Northrop

Breve trama :
Il libro narra di sette ragazzi del liceo: Scotty, i suoi due migliori amici, la ragazza più bella della scuola e la sua migliore amica, il bullo in questione ed il nerd; quest’ultimi rimangono bloccati a scuola durante una tormenta di neve. Inizialmente la prendono abbastanza bene, credendo che qualcuno prima o li ritroverà , ma non sanno che la tormenta diventerà una “trappola” per loro: infatti durerà per una settimana.
Nel corso di questi giorni si formeranno legami, grandi amicizie e piccoli amori.
Intrappolati nella scuola per ben sette giorni impareranno ad arrangiarsi, fabbricandosi cibo e riuscendo a riscaldarsi.

Personaggio che mi ha colpito di più :
Non c’è un personaggio in particolare che mi ha colpito di più perché tutti hanno suscitato interesse nei miei confronti, non solo perché sono riusciti a sopravvivere in una scuola ricoperta di neve, fredda e buia ; ma soprattutto mi ha colpito come la “trappola” sia riuscita a creare forti legami tra i personaggi e a far svelare ad ognuno di loro chi era veramente.

Frasi che mi sono piaciute di più :
Non credevo che ce l’avrei fatta, ma a essere onesto con me stesso non sapevo nemmeno con certezza che non sarei riuscito.
E ora- ora come ora sdraiato nella neve e sempre più insensibile- mi pareva un buon momento per essere onesto con me stesso”.
il mio cervello voleva scorrere all’indietro la mia vita, mostrarmi tutto, ma lo bloccai e lo fermai su una cosa sola”.


Commento personale :
Il libro mi ha colpito molto, è stato scorrevole e una delle cose che mi è piaciuta di più è che l’autore non si soffermava tanto sui minimi dettagli , così il lettore ( in questo caso io) rimane più attratto dal libro ed invogliato a continuare la lettura. Lo consiglierei ai miei compagni e sarei molto contento di leggere un'altra opera di questo autore.
Nicolò B.