Quando siamo arrivati a Point Saint Martin io avevo paura di salirci ma poi ci sono salita e non ho avuto più paura. Sul ponte Caterina ci ha raccontato la leggenda e la storia vera del ponte, ma io mi ricordo solo la leggenda: Point Saint Martin prima di essere un ponte di pietra era un ponte di legno senza protezioni in cui le persone cadevano facilmente nel fiume sottostante, e morivano a causa dell’altezza, della corrente e dell’ incapacità di nuotare. Così un giorno decisero di fare una colletta per costruirne uno più sicuro, ma i soldi non bastavano, perciò il diavolo si presentò e diede tutti i soldi necessari per la costruzione del ponte. Ma volle qualcosa in cambio: l’anima del primo che fosse passato di lì. Gli abitanti del popolo accettarono e decisero di non dirlo a nessuno, ma qualcuno non mantenne il segreto e ben presto tutta la popolazione venne a sapere del fatto, quindi nessuno passava da quel ponte, ma un giorno un ragazzo molto furbo di nome Martin capì che non avrebbe dovuto passarci per forza una persona, ma la prima creatura vivente, e al posto di una persona ci fecero passare un cane; quando il diavolo andò sul ponte a “prelevare” la sua vittima, si accorse che era stato ingannato, preso dalla rabbia tirò un calcio molto forte al ponte, tanto da farne una crepa.
Dopo il racconto della leggenda abbiamo ripreso il pullman e dopo mezz’ora siamo arrivati ad Aosta, precisamente a Porta Pretoria. Davanti a questo monumento, Caterina ci ha diviso in gruppi: in base alle domande sul foglio, dovevamo chiedere ai passanti delle informazioni, solo che io e Giorgia tra tutta la gente che c’era abbiamo chiesto le informazioni a due ragazze francesi, e visto che non lo sapevamo, abbiamo parlato con naturalezza, solo che loro essendo francesi e non sapendo l’italiano hanno fatto un’espressione come per dire <<Ma parlate la lingua degli alieni?>>, e io avendo capito ho detto <<Bonjour>> e facendo una risatina ho aggiunto <<Au Revoir>>, quindi siamo andate via ridendo.
Dopo essere andate dalle ragazze francesi sempre io e Giorgia abbiamo avuto un altro inconveniente, tra tutti i negozianti a cui potevamo chiedere, ce ne è capitato uno che ci ha voluto trattenere nel negozio anche se dovevamo andarcene, e Caterina si è arrabbiata solo perché siamo arrivate in ritardo.
Dopo una breve camminata siamo andati al Teatro Romano, un sito archeologico molto importante davanti a Porta Pretoria Augusta. Finita la visita a Teatro Romano siamo andati nell’antico Criptoportico, che era un rifugio per nascondersi dagli attacchi nemici. In un vicolo cieco del Criptoportico c’erano dei sassi che formavano una specie di porta, e io avevo pensato che nell’antichità doveva essere un passaggio segreto, così siamo andati nell’area pic-nic solo che quell’area era stata distrutta, quindi siamo andati in un'altra area un po’ più lontana. Lì abbiamo giocato, pranzato e scattato la foto ufficiale della gita. Successivamente siamo andati nella chiesa di Sant’Orso, in cui c’era anche il chiostro: un posto in cui si può meditare con un corridoio, dei capitelli decorati e un giardinetto con un pozzo al centro. Dopo aver fatto la visita alla chiesa sono andata a prendere il gelato con Douaa, Dallù, Martinelli, Eleonora e Camilla.
Dopo una visita guidata al Castello di Fenìs siamo tornati a casa.
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