giovedì 25 maggio 2017

Ad Aosta con... Enrico!

Quel giorno ero felicissimo di andare ad Aosta con i miei nuovi compagni. Ero euforico ed emozionato all'idea di stare per un giorno lontano da scuola, ma non lontano per esempio a Milano, bensì in un' altra regione!
Lo zaino era pieno di cose per passare il tempo in autobus. Io e Martinelli abbiamo giocato a carte e devo dire che è stato un degno avversario.

La prima tappa era Point Sant Martin: un ponte maledetto che risale all'epoca dei romani, alto venticinque metri: esso passa sopra il fiume Lyss. La leggenda narra che una volta il ponte fu realizzato in legno ma se diventava scivoloso era facile cadere di sotto. Quindi i paesani decisero di ristrutturarlo e ricostruirlo in pietra, così fecero una colletta per costruire il nuovo ponte, ma i soldi erano davvero pochi. Però arrivò un signore misterioso che diede loro una sacca di soldi per finanziare la ristrutturazione, ma lo fece perché voleva qualcosa in cambio. 
Quella persona era il diavolo. Voleva, in cambio, l'anima della prima persona che sarebbe salita sul ponte. I paesani non volevano che la voce si spargesse in giro per non far spaventare gli abitanti ma la voce si sparse comunque e molto velocemente. Nessuno attraversava il ponte perché le persone avevano paura, così chiamarono un eremita di nome Martino che viveva sulle montagne, il quale decise di far salire sopra il ponte un cane affamato: lanciarono un pezzo di pane sul ponte e quando lo raggiunse comparì il diavolo. Lui si arrabbiò così tanto che tirò un calcio al muro che si crepò. Alla fine i paesani attraversarono il ponte in tutta sicurezza e nessuno perse l'anima. Abbiamo attraversato il ponte anche noi e all'inizio avevo un po' di timore ma non mi è successo niente.

 Poi siamo andati ad Aosta all'Arco di Augusto. Era enorme ed è stato costruito in onore di Augusto che condusse i romani alla vittoria contro i salassi.
Dopo siamo andati a Porta Pretoria, che era l'entrata di Aosta. Lì vicino c'era un museo archeologico e la struttura principale erano i "resti" di un teatro romano. Penso che fosse davvero gigante quando era ancora intero. Dopo la gita al museo siamo andati in Piazza Chanoux ed era pieno di mercatini e negozietti molto carini, ma lo shopping lo avremmo fatto dopo. Abbiamo fatto una lunghissima camminata fino al criptoportico: è un portico sotterraneo molto ampio

Bisognava fare silenzio dentro per rispetto. Siamo scesi per visitarlo e anche per farci qualche foto. Dal criptoportico siamo andati ad un parco a pranzare. è stato il mio momento preferito perché ci siamo svagati un po' ed è stato davvero divertente. C'erano molte attrazioni ma la mia preferita è stata una ruspa che si comandava con delle maniglie. Mi sono divertito a rompere i castelli di sabbia urlando <<Ruspe,ruspe,ruspe!>>. Abbiamo dato  da mangiare ai piccioni e li abbiamo anche spaventati, una delle cose che amo di più.
Dopo tutto il divertimento al parco, siamo andati alla chiesa di Sant'Orso ed era una chiesa davvero, davvero bella! Poi siamo andati in piazza Chanoux a fare acquisti. Ho comprato: una penna a mia zia Carmen, un piccolo regalino per me e uno scoiattolo di peluche per mia sorella. Con i sacchetti in mano abbiamo camminato fino al castello di Fénis. Era im-men-so! Dentro ci hanno fatto lasciare la roba per terra, in un angolino, e poi la guida ci ha accompagnato parlandoci del castello. Mi è piaciuto il castello e mi sono immaginato le cose come erano all'epoca.
Dopo il castello, che era l'ultima tappa, siamo tornati in autobus pronti per per rientrare a casa. è stata una gita meravigliosa, mi è piaciuto vedere nuovi posti e mi sono divertito moltissimo.
Enrico A.

Le Cronache di Narnia: “Il leone, la strega e l'armadio” e “Il nipote del mago”


AUTORE: C.S Lewis
CASA EDITRICE: Mondadori
ANNO DI PUBBLICAZIONE: ristampa del 2006

BREVE TRAMA: 
Polly è una ragazza che vive a Londra nel XIX sec. e come vicino di casa si ritrova un ragazzo appena arrivato dalla campagna di nome Digory. Tra loro nasce subito un'amicizia e il loro spirito avventuriero farà scoprire ai due un segreto custodito da secoli dallo zio misterioso di Digory. La meschinità di quest'ultimo porterà loro scoprire la creazione di un mondo magico in un'altra dimensione.
Peter, Edmund, Susan e Lucy sono quattro fratelli che si sono appena trasferiti nella casa di un noto professore per scappare dai bombardamenti della guerra su Londra nel XX sec.
Lucy, la più piccola, esplorando l'immensa casa, trova una stanza con un armadio, ci si nasconde dentro e come per magia si ritrova in una nuova dimensione. Ovviamente quando torna indietro gli altri non le credono, ma dopo svariati tentativi riuscirà a convincerli ad entrare nell'armadio e ad affrontare svariate avventure.
Il filo conduttore dei sette libri di Narnia:  In tutti i libri si parla di una avventura diversa, ma le cose in comune sono: alcuni personaggi, il susseguirsi del tempo, il mondo di Narnia e Aslan. I personaggi principali che si ripetono più volte sono: Lucy, Peter, Edmund, Susan e Eustachio. Ognuno di loro compirà un atto che porterà avanti la storia di Narnia. 

DESCRIZIONE DEL PERSONAGGIO CHE MI HA COLPITO MAGGIORMENTE:
Lucy è una piccola bambina spensierata, gentile e benevola. Entrando nel mondo di Narnia, grazie all'aiuto di alcuni aiutanti, maturerà e saprà perdonare anche chi prima l'aveva tradita.
Lucy avrà un ruolo fondamentale nella storia perché sarà la prima a trovare il regno di Narnia.
Mi ha colpito  il percorso evolutivo del suo carattere e di conseguenza la sua trasformazione.

FRASI CHE MI SONO PIACIUTE DI PIU':
In linea generale, date retta a me, i peggiori sono quelli che dovrebbero essere uomini e non lo sono più, ma lo sembrano soltanto. Forse una volta erano uomini davvero e forse lo diventeranno di nuovo.

“Sì che m'incontrerai, amica mia” disse Aslan “Siete anche nel nostro mondo, Signore?” chiese Edmund “Sì” spiegò Aslan “Solo che laggiù ho un altro nome e dovrete imparare a conoscermi con quello. E' questo il motivo per cui siete stati mandati a Narnia: adesso sapete qualcosa di me, anche se non molto. Vi sarà più facile riconoscermi nel nostro mondo.”

COMMENTO PERSONALE:
Non si può dire che “Le Cronache di Narnia” siano un romanzo, bensì sono una fiaba che dura 1152 pagine. 
L'autore, nei libri, parla di un concetto importantissimo (che non dico perché svelerei il finale del libro) , ma non semplice e la domanda che ha dato l'idea per scrivere una grande fiaba è stata “ Come si fa ha far capire un concetto così difficile a ragazzini di 10/12 anni?”
Per rispondere a questa domanda gli è bastato andare indietro con gli anni e scoprire cosa lo affascinava di più.
Il motivo per cui ho letto così tante pagine è stata la magia che trasmette questo racconto,  anche se in gran parte rispecchia la realtà. 
Lo consiglierei a tutti quelli che si vogliono ricordare quando la mamma leggeva la fiaba prima di andare a dormire. 
Filippo P.

IL DIARIO DI EDO


Autore: Fabiana Sarcuno
Casa editrice: La Spiga
Anno di pubblicazione: 2014

Trama: Edo è un ragazzo che si caccia spesso nei guai, detesta la scuola e l’unico motivo per cui è disposto a sorridere è vedere Aurora, la sua migliore amica, ovvero la ragazza di cui è innamorato. Lui racconta le sue avventure e sventure in questo “diario” pieno di emozioni.
Personaggio preferito: Il mio personaggio preferito è Edo perché, come a tutti immagino, capita di sentirsi “uno stagno in tempesta”, soprattutto a scuola succede di sentirsi poco compresi, ma è naturale perché la vita è come un libro, per capirla devi rileggerla più volte…
Frasi e passaggi che mi hanno colpita: io sono seduto vicino a Marco Antonio, che ha portato più medicine che biancheria…ciò non gli impedisce di stare male poco prima dell’atterraggio.
E così sono costretto a tenergli la mano sulla fronte mentre vomita…NEL MIO SACCHETTO.
“E ora questo dove lo mettiamo?” domanda riferito al sacchetto.
“Stai tranquillo ci penso io” rispondo dopo aver chiamato l’hostess.
“Excuse me. I have a present for you” e le porgo il sacchettino.
La tipa ovviamente mi guarda malissimo e se ne va con il “regalo” di Marco.
Questa frase mi ha fatto sbellicare dalle risate quando l’ho letta, è stato uno dei momenti più buffi.
Commento personale: Il libro è meravigliosamente intrigante e pieno di sorprese, un libro stupendo e secondo me l’autrice ha voluto rappresentare le sensazioni che prova un adolescente nella sua vita tramite un simpatico personaggio.
Lo consiglierei a tutti perché è un libro adatto a chiunque.
Giulia S.

Storia di un gatto e di un topo che diventò suo amico

Autore: Luis Sepùlveda
Editore: Guanda, 2012
Trama: Questo libro parla di una amicizia fuori dagli schemi tra un gatto, un topo e un ragazzo. Si chiamano Mix (gatto dal profilo greco), Mex (topo messicano) e Max (ragazzo). Mix e Max sono cresciuti insieme ed erano piccoli quando Mix si è arrampicato su un ippocastano e Max per riportarlo giù non si accorge che è molto alto, quindi arrivano i pompieri a riportarli giù. 
Max, quando diventa maggiorenne, decide di affittare un appartamento in una strada tranquilla con Mix ,e trova lavoro lì. Il ragazzo mette una botola in bagno con una scala, per fare in modo che Mix possa uscire con facilità, quando vuole per ammirare il panorama sul tetto di casa, ma con l'arrivo dell'inverno le cose cambiano. Un giorno una persona bussa alla porta e Mix va a ricevere l'ospite, però sbatte contro i libri che Max deve riportare in biblioteca e il ragazzo si commuove, vedendo che il suo amico è andato a sbattere senza accorgersi che c'era qualcosa davanti a lui. 

Allora Max decide di portarlo dal veterinario e il dottore gli dice che il suo amico è diventato cieco. Ora Mix non può più uscire per ammirare il panorama nuvoloso dell' autunno che piano, piano diventa una nebbia gelida invernale, la stessa nebbia che gli impedisce di vedere. Mix le giornate le passa vicino al termosifone, perché il calore gli scioglie i muscoli dolcemente e da sdraiato sente il profumo dei suoi croccantini preferiti. Un giorno Max dice a Mix che deve andare via per lavoro e che tornerà il giorno seguente e Mix non è per niente preoccupato all'idea che Max stia via un giorno intero. Mix, sempre sdraiato vicino al termosifone, sente che in casa non è solo. Sente che c'è un esserino piccolo che si avvicina e ad un certo punto, Mix si ritrova un topolino messicano nella zampa. <<Cosa sei piccolo esserino, un topo per caso?>> dice il gatto <<No io-io-io... sono...sono una lumaca. Sì una lumaca brutta e viscida, faccio schifo a tutti, non le fanno paura le lumache signor gatto?>> risponde il topo usando la furbizia <<Una lumaca con i baffi e la coda?>> ribatte Mix. <<Va bene, sono un piccolo topolino messicano il più furbo tra i topolini e il più vigliacco tra i topolini>>dice il topo impaurito<<La prego ora mi lasci andare>> aggiunge. Mix a quella richiesta lo lascia e il topo non scappa ma cerca di prendere confidenza con il felino e alla fine diventano amici. 
Il giorno dopo il topo arriva da Mix e gli chiede di dargli un nome e il gatto dice<<Visto che sei un topo messicano, ti chiamerai Mex>>. Così i due legano sempre di più e riescono a fermare anche un ladro. Peccato che nessuno lo saprà mai (a parte i lettori).
Ma la storia non finisce qui, quindi vi invito a leggere il finale del libro.
Frasi che mi sono piaciute di più:
Questo libro parla di un'amicizia bellissima, infatti le frasi che ho scelto sono sull'amicizia:
- Gli amici si danno man forte, si insegnano tante cose, condividono i successi e gli errori.
-Un amico capisce i limiti dell'altro e lo aiuta.
-I veri amici condividono anche in silenzio.
-I veri amici condividono anche le piccole anche le piccole cose che allietano la vita.
Commento personale:
Questo libro mi è piaciuto moltissimo, in particolare il modo in cui Mex completava Mix dicendogli cosa vedeva fuori...Lo consiglierei ai miei compagni per sapere come finisce e per capire il vero significato  dell'amicizia.
Enrico A.

I Visitors

AUTORE: R.L. Stine
CASA EDITRICE: Mondadori.
ANNO DI PUBBLICAZIONE: (prima edizione) novembre 2003

BREVE TRAMA DEL LIBRO
In questo libro si parla di un bambino di nome Ben Shipley.
Ben era ossessionato dagli alieni e cercava sempre qualche prova da mostrare ai suoi amici Jeff e Summer. Ben era così ossessionato che parlava attraverso delle chat room con altri appassionati.
Ma un giorno si accorse che stavano succedendo i sei fatti di Zandor per cui secondo lui stavano arrivando gli alieni sulla terra.
I motivi erano:
Comportamenti strani nelle persone.
Luci insolite in cielo.
Replicazione spontanea di anfibi.
Crescita improvvisa di piante non originarie del luogo (ad esempio: palme in Alaska).
Lampi di luce azzurra.
Nugoli di insetti fuori stagione.
Accaddero tre di questi fatti ma quando arrivò il quarto fu terrificante…
I PROTAGONISTI
Ben, il protagonista
Summer
Jeff
Will, il fratello di Ben
I genitori di Ben 
Rikki, la bulla della scuola
Dennis, il socio di Rikki

PERSONAGGIO CHE MI HA COLPITO MAGGIORMENTE
I personaggi che mi hanno colpito negativamente  sono stati i genitori di Ben.
Hanno preferenze per i bambini più piccoli rispetto ai più grandi, non danno retta a Ben e fanno finta che non esista, lo sgridano per cose inutili e viene castigato mentre a Will, il fratellino più piccolo, non fanno nulla.
COMMENTO PERSONALE
Mi è piaciuto molto questo libro sia per come è scritto sia per certe parti che sono molto divertenti, ma non ho capito molto il messaggio che voleva mandare l’autore, perché non è chiaro se il protagonista aveva ragione o no. Lo consiglierei ai lettori a cui piace il mistero e il Fantasy.
Eleonora R.

RAGAZZI DI CAMORRA


Autore: Pina Varriale
Casa editrice: il battello a vapore
Anno di pubblicazione: 2007

Breve trama: il protagonista, Antonio, sarà costretto a lasciare Scampia (il suo paesino) dove gli avevano già sottratto i fratelli gemelli. Dovrà andare  al matrimonio di sua sorella Letizia ma il marito, Bruno, non sarà così gentile come sembrava. Allora Antonio dovrà lasciare casa sua…
Personaggio che mi ha colpito di più: Genni, amico di Antonio nella Camorra, vorrà aiutare Antonio in ogni modo, il problema è che dovrà per forza fare tutto da solo e dopo un po’ di tempo morirà per via di un incidente stradale.
Frase che mi è piaciuta di più: All’improvviso sento un trambusto, poi delle voci, dev’essere successo qualcosa. È inutile che mi metta a gridare “zio Franco” per avvisarli, è troppo tardi, la polizia li ha già sorpresi. Mi sento sento gelare, tra un po’ arresteranno anche me…  ma solo se mi trovano qui!
Questa frase mi fa capire che Antonio è ingegnoso.

Impressioni: secondo me è un libro molto avvincente ed è  molto interessante, comprese le “marachelle” che combinerà Antonio. Libro fantastico, lo suggerisco vivamente ai miei compagni di classe.
Lorenzo M.

mercoledì 24 maggio 2017

IL GRANDE ASCENSORE DI CRISTALLO


AUTORE: Roald Dahl
CASA EDITRICE: Einaudi scuola
ANNO DI PUBBLICAZIONE:2002

BREVE TRAMA DEL LIBRO: Charlie, insieme a nonno Joe e a Willy Wonka, si trova in viaggio sul fantastico ascensore di cristallo per recuperare gli altri componenti della sua famiglia per andare a vivere nella meravigliosa fabbrica di cioccolato. Durante il viaggio di ritorno dalla casa alla fabbrica, l'ascensore, a causa di un inconveniente, si ritrova in orbita. L’ascensore riesce ad arrivare alla fabbrica di cioccolato, ma, a differenza di Joe, gli altri nonni di Charlie si rifiutano di uscire dal letto, dove sono restati per ben venti anni. Il signor Wonka offre loro una medicina di sua invenzione, la Wonkavite, che ringiovanisce le persone di 20 anni. I nonni esagerano, ringiovanendo di ottant'anni a testa. Una delle nonne di Charlie, avendo meno di ottant'anni, svanisce. Il signor Wonka risolve la situazione con un viaggio in un luogo lontano e misterioso, dove…
BREVE DESCRIZIONE DEL PERSONAGGIO CHE MI HA COLPITO MAGGIORMENTE: Oltre a Charlie, mi ha colpito molto nonno Joe perché, essendo vecchio, ce la mette tutta, impegnandosi al massimo e offrendo il suo contributo, riesce a salvare la sua famiglia dall'inconveniente avvenuto.



1) “QUALCHE SCIOCCHEZZA, DI TANTO IN TANTO, È APPREZZATA ANCHE DAI PIÙ SAGGI TRA GLI UOMINI”.
2) “ EBBENE CHARLIE ” DISSE NONNO JOE. “ CERTO, È STATA UNA GIORNATA LUNGA E MOVIMENTATA. “ MICA È FINITA ANCORA” DISSE CHARLIE, RIDENDO. “ ANZI, IL BELLO DEVE ANCORA INCOMINCIARE “.

COMMENTO PERSONALE: Questo libro mi è piaciuto molto, è stato divertente e coinvolgente, mi ha fatto capire il valore dell’amore che c’è tra nonno e nipote, lo consiglio ha i miei compagni che come me hanno amato "la fabbrica di cioccolato". 

Alice A. 

Mio fratello rincorre i dinosauri


Autore:
 Giacomo Mazzariol
Casa editrice:
Einaudi
Anno di pubblicazione:
 2016
               
 Breve trama del libro:
Il libro parla di un bambino che aveva due sorelle una più grande e una più piccola. Il problema è che la famiglia si stava allargando con un fratellino che non era come gli altri era speciale, molto speciale.  

Chi sono i protagonisti, che cosa fanno ecc.: 
I protagonisti sono Giacomo, il fratello che aspetta eccitato l’arrivo del fratellino, e Giovanni il bambino speciale della famiglia. 

Qual è il personaggio che ti ha colpito di più:
 Il personaggio che mi è piaciuto di più è Giacomo, perché capisce che suo fratello Giovanni ha la sindrome di down e non è un supereroe come lo immaginava lui, ma lo accetta così com’è.

Frase (o passaggi) che ti sono piaciuti di più:
Siamo tutti fatti diversi, pensai, e il fatto di avere un dito in meno magari avrebbe permesso a Giovanni di calciare il pallone con maggior precisione, come accade con le scarpe da calcio senza cuciture. Siamo fatti diversi e la diversità a volte può essere un gran vantaggio.

Commento personale:
Per me il libro è stato molto interessante e un pochettino triste. Soprattutto mi è piaciuta la parte quando Giacomo non voleva dire a nessuno di avere un fratellino con la sindrome di down e che non era speciale come pensava, ma poi si rende conto che aveva veramente un fratellino molto speciale.
Lorenzo N.

C’è un assassino nel collegio


Autore: Marie-Aude Murail 
Casa editrice:  I delfini
Anno di pubblicazione: 1995

Breve trama: Nils Hazard, accompagnato dalla sua fidanzata Catherine, investiga nel collegio francese di Saint Prix per trovare il colpevole di alcuni fatti avvenuti nel corso dell’anno, come ad esempio: compiti firmati col sangue, frasi molto inquietanti, ragazzi che cercano di suicidarsi e molto altro ancora. I professori non hanno la minima idea che il nuovo professore sia un investigatore, perché il preside quando l’aveva chiamato, gli aveva raccomandato severamente di non rivelare a nessuno la sua professione, altrimenti il colpevole dei reati che erano stati commessi non avrebbe più agito e si sarebbero perse tutte le tracce. Dopo varie investigazioni e con molta sorpresa si scopre il colpevole....la persona meno sospettata da tutti.
Personaggio che mi ha colpito di più: Nessun personaggio mi ha colpito molto perché nel libro non avevano ruoli molto significativi secondo il mio parere, perché tutti avevano lo scopo di scoprire chi fosse il colpevole.
Frasi o passaggi che mi hanno colpito di più:
“Tu ti fai sempre assassinare”

Commento personale: questo libro non mi è piaciuto affatto perché era molto disordinato, cioè: non si capiva mai perché una persona che era nel luogo in cui era il protagonista dopo un po’ non c’era più, non si capiva chi parlava, non si capiva come i personaggi si spostavano da un luogo a un altro, insomma... non si capiva niente di niente, infatti l’ho letto tre volte e non l’ho ancora capito. Questo libro non lo consiglierei mai a nessuno dei miei compagni anche perché dice molte parolacce, ma non stupido, cretino ecc., diceva di peggio (non posso citarle perché sarebbe da maleducati), e anche perché come ho detto prima non si capiscono i vari passaggi.
Elisa B.

IL CODICE DA VINCI


AUTORE: Dan Brown

CASA EDITRICE: Mondadori

ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2003

BREVE TRAMA: in una notte parigina è stato assassinato il curatore del Louvre, Jacques Saunière. Il capitano della polizia francese Bezu Fache va a bussare alla porta di Robert Langdon, un noto criptologo, per risolvere il caso; solo dopo Langdon scopre che prima di morire Saunière scrisse il suo nome e che Fache voleva incastrarlo…

 DESCRIZIONE DEL PERSONAGGIO: Leigh Teabing mi ha colpito maggiormente perché non mi sarei mai aspettato del suo doppio gioco, e nemmeno che fosse lui il maestro.

PASSAGGI CHE MI HANNO COLPITO MAGGIORMENTE:
1) Lei lesse ciò che lo storico inglese aveva scritto
SANG REAL
Immediatamente, Sophie comprese tutto.
Sang Real significava alla lettera, “sangue reale”.

2)Sir Leigh Teabing vedeva l’espressione stupita e tradita sui volti di Langdon e Sophie mentre puntava la pistola contro di loro.

COMMENTO PERSONALE: E’ stato un libro bello e complicato ma anche abbastanza scorrevole. Mi è piaciuta molto la storia anche se un po’ impegnativa. Lo consiglio a chi ama la lettura perché è lungo e complesso ma molto intrigante.

P.S. E’ difficile da fare la scheda libro.
P.P.S: P.S. non significa Principessa Sophie.         
Lorenzo Dallù 

PER QUESTO MI CHIAMO GIOVANNI

EDITORE : RCS
SCRITTO DA : LUIGI GARLANDO 
PRIMA EDIZIONE 2004


BREVE TRAMA:
Il libro racconta di un bambino di nome  Giovanni, che al suo compleanno  viene portato da suo padre a visitare Palermo .
Un po’ alla volta gli farà scoprire perché è stato scelto proprio quel nome per lui.
Il padre descriverà a suo figlio tutta la vita di “Giovanni Falcone” , dalla sua nascita alla sua morte,
Giovanni poi racconterà a suo padre la storia del suo peluche.

Il personaggio che mi ha colpito di più è Giovanni Falcone perché già da piccolo era considerato un eroe, infatti non piangeva mai , non stava mai fermo, ero sempre pronto a prendere le difese di un compagno in difficoltà, insomma un vero  “EROE”.
A dimostrazione che era una persona speciale c’è stato anche un episodio , quando una colomba  al giorno  della sua nascita entrò a far visita a Giovanni nella sua casa.

FRASI CHE PIU’ MI HANNO COLPITO :
“ ti hanno chiuso gli occhi per sempre ma tu li hai spalancati a noi palermitani”
tutta la gente di buona volontà prega, vuole cambiare le cose e tanta forza impiega. Nessuno si arrende alla disonestà, e con coraggio vuole uscire dall’omertà. La strada è lunga da seguire , ma con tenacia il fine bisogna perseguire.”

COMMENTO PERSONALE :
Il libro mi ha molto appassionato , soprattutto perché Giovanni (il bambino) ,  alla fine del racconto sulla  vita  di Falcone cambia completamente carattere passando dall’essere timido e timoroso , a non  avere più paura dei prepotenti e bulli come Tonio il suo compagno di classe, riuscendo così a   sconfiggere   la “mafia” nella sua classe . Consiglieri questo libro ai miei compagni . 
Buona Lettura!!! 
Nicolò B.

LA SIGNORINA EUFORBIA


AUTORE: Luigi Ballerini
CASA EDITRICE: San Paolo
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2014
BREVE TRAMA DEL LIBRO:
Il libro parla di una pasticcera chiamata Euforbia, la sua pasticceria si trovava in un paese disperso, dove non passava nessuno, a meno che non avesse preso la strada sbagliata. Un giorno una ragazzina di nome Marta entrò a far parte della vita della signorina Euforbia, perché essa tutti i giorni andava a farle visita, dalla mattina alla sera e preparavano squisiti dolci (torte,pasticcini,etc) così pian piano …………..

PERSONAGGIO CHE MI E’ PIACIUTO DI PIU’:
Il personaggio che mi ha colpito maggiormente e’ stata la signorina Euforbia perché anche davanti alle mille difficoltà nell’avviare il suo negozio non ha MAI perso le speranze e la sua grande passione nel fare i dolci, grazie anche all’aiuto di Marta.
 
FRASI (O PASSAGGI) CHE MI HANNO COLPITO DI PIU’:
“NON ABBATTIAMOCI E TROVIAMO UNA SOLUZIONE”.
MATTEO, L’AMICO DI MARTA, DISSE: “DOPO AVER MANGIATO I PASTICCINI CHE TU MI HAI PREPARATO CON EUFORBIA, HO DECISO DI FREQUENTARE UN CORSO DI PASTICCERIA”.
 GIORGIA P.

Ad Aosta con Giorgia P. e Lorenzo N.

ll giorno 28/04/2017 siamo partiti per andare a visitare Aosta, ci siamo ritrovati tutti insieme alla fontana della scuola e da lì siamo partiti con il pullman, ero vicino ad Alice, per distrarci dal viaggio lei ha portato l’Ipod per ascoltare la musica e rilassarci e un cuscinetto nel caso ci fossimo addormentate.
C’era anche Caterina, la nostra guida, è molto simpatica, mentre eravamo in viaggio ci ha fatto qualche domanda sulla nostra vita.
Dopo due ore e mezza siamo arrivati di fronte a un ponte: “Pont Saint Martin”.
Qui Caterina ci ha spiegato la leggenda e la storia vera, mi ha incuriosita molto come era stato costruito il ponte.

Dopo che siamo andati a visitare il ponte, siamo ripartiti con il pullman e dopo mezzoretta siamo arrivati ad Aosta, che era bellissima.
Dopo aver fatto un giretto per visitarla meglio, Caterina ci ha diviso in quattro squadre, ognuna composta da cinque “giocatori”; queste squadre si chiamavano “La Torre dei Lebbrosi” “Sant’Orso” “Dora Baltea” e la mia squadra “La Grolla dell’Amicizia”.
Questo gioco consisteva nel chiedere ai passanti informazioni sui monumenti di Aosta; la mia squadra era composta da Filippo Pirchio, Elisa Baglione, Douua El Arfaoui ed infine Edoardo Scola.
Subito dopo, quando Caterina ha detto la parolina magica per il “via”, io ed Elisa ci siamo subito precipitate dalla prima passante, le ho posto qualche domanda, dopo aver fatto un discorso non tanto breve la signora mi ha guardato male ed Elisa aveva capito che non erano italiani, ma francesi, Elisa li ha salutati con un : “Bonjour” e all’istante siamo scappate.
Dopo quella figuraccia siamo andati a visitare il teatro Romano, era costruito molto bene.

Dopo aver scattato qualche foto al teatro, siamo andati a visitare il criptoportico: era affascinante, le pareti erano fatte con una pietra molto raffinata e particolare, ci siamo seduti in un buchino, Caterina ci ha spigato un po’ di cose (come era stata fatta, etc…).
Una volta usciti dal criptoportico avevamo una grande fame e non trovavamo un posto dove poter mangiare, ma dopo un po’ di camminata siamo arrivati in un parco, vicino a Sant’Orso, là abbiamo fatto la ricreazione e abbiamo giocato.
Dopodiché siamo andati a Sant’Orso (chiostro) dove ci siamo rilassati, abbiamo fatto un giro ad occhi chiusi come i monaci, in silenzio e abbiamo pensato a ciò che volevamo.

Infine siamo andati al castello di Fénis : era un fantastico castello e all’entrata abbiamo incontrato un’altra guida che ci ha accompagnati in questo percorso; una volta entrati nel castello ho notato subito il bagno: era molto buffo perché si vedeva un buco molto profondo nel pavimento che nell’antichità rappresentava il water; un’altra stanza che mi è piaciuta molto è stata la camera da letto c’era un letto molto strano chiamato “baldacchino”, era dedicato ai nobili, aveva due porte per tenere la stanza al calduccio.

Dopo essere andati a visitare il castello di Fénis, abbiamo preso il pullman e dopo due ore e mezza siamo arrivati ad Assago... rifarei questa gita altre 300 000 volte.
Giorgia P.
Oggi, il 28/5/17, io e la mia classe siamo andati in gita grazie a Caterina, la nostra guida, perché senza di lei non potevamo visitare Aosta e naturalmente anche senza l’autista non potevamo visitarla.

La prima tappa è stato il Pont Saint Martin e lì Caterina ci ha diviso in quattro squadre dando ad ognuna dei foglietti dove c’erano scritte delle domande alle quali avremmo dovuto rispondere nel corso della visita.
La seconda tappa è stato l’Arco di Augusto, che prima era un pezzo delle mura ma quando i romani si espandono non serviva più quindi quella zona è diventata una città per abitarci. Appena arrivati a Porta Pretoria Caterina ci ha fermati perché doveva prendere quattro cartine d’Aosta per le quattro squadre. Caterina ha chiamato il nostro gruppo, ci ha consegnato una delle cartine e ci ha chiesto di portare tutta la 1°C al Teatro Romano e noi li abbiamo portati. Dopo aver visitato il Teatro Romano, Caterina ha chiamato un altro gruppo e ai suoi componenti ha chiesto di portare in un parco gigantesco dove potevamo pranzare; con molti imprevisti ci siamo arrivati e lì abbiamo pranzato e giocato finché non siamo ripartiti. 

Un altro gruppo ci ha accompagnati a Sant’Orso, una bellissima chiesa, e da lì fino al castello di Fenis ci ha portati l’autobus. Il castello di Fenis è il più bello, il più grande che io abbia mai visto e lì ci ha accompagnato un'altra guida per visitare il castello che sembrava non finisse più. Per finire la giornata alcuni di noi hanno preso il gelato, altri i souvenir e siamo ritornati a casa distrutti dalla camminata e dal freddo.   
Lorenzo N.

Ad Aosta con Lorenzo D. e Nicolò B.

Venerdì 28 Aprile, io e la mia classe ci siamo ritrovati davanti al parcheggio della scuola alle 6.45 per partire con il pullman con meta Aosta.
Io mi sono accomodato in fondo  vicino a Filippo, con cui ho giocato a carte, e a Barozzi. Dopo un’ora e mezza di viaggio, che pareva essere volata, ci siamo fermati a Point Saint Martin dove è situato un ponte che ha una leggenda.
La storia racconta che quando un cane passa per quel ponte è spinto da un istinto suicida a buttarsi giù da una altezza di 15 metri con un torrente sottostante e l’acqua poco profonda.

Poi abbiamo ripreso il viaggio verso la meta principale: Aosta. Ci è voluta un’altra ora per arrivare a destinazione. All’entrata della città è situato l’arco di Augusto: costruito dai romani in occasione della vittoria contro i Barbari. Dopo qualche minuto ci siamo spostati verso Porta Pretoria, dove la guida (c’era un accompagnatrice) ci ha diviso in gruppi con nomi inerenti a luoghi e cose appartenenti alla città. Noi dovevamo scoprire che cosa ci era stato assegnato chiedendolo alla gente del posto. Io ero in gruppo con Elia, Martinelli, Eleonora e Camilla; è stato mio, insieme ad Elia, il compito di chiedere ai passanti le informazioni, devo ammettere che è stato divertente. 
Poi passando per piazza Chanoux siamo arrivati di fronte all’entrata di una specie di bunker sotterraneo, il Criptoportico. Il nostro compito era quello di scoprire il significato di quel nome. Io nell’intento di scoprirlo ho importunato un francese che con gentilezza mi è riuscito a rispondere (anche se con fatica) facendo così ottenere il punto alla mia squadra.
Ormai erano quasi le 14.00, ci siamo incamminati verso un parco per mangiare e riposarci un po’.
Dopo un’oretta ci siamo diretti verso sant’Orso, che era stata costruita in stile romanico con un enorme e stupendo campanile in pietra. In seguito la guida ha assegnato al mio gruppo il compito di guidare la classe verso la meta.

Poi la classe si è divisa in due gruppi:
Il gruppo di quelli che volevano il gelato, mentre l’altro era composto da chi voleva acquistare un souvenir. Io ero in quello del gelato anche se alla fine non l’ho preso.
Dopo abbiamo ripreso il pullman per uscire dalla città con l’intento di arrivare al castello di Fénis. Il castello era enorme con una doppia cinta muraria. La cosa che mi ha colpito maggiormente è stato il camino, alto più di 15 metri.
Questa esperienza mi è piaciuta veramente tanto e spero vivamente che l’anno prossimo ci sarà la possibilità di fare una gita altrettanto bella; magari pure fermandoci ha dormire in un hotel.
Lorenzo D.


Il giorno 28/4/2017 io e miei compagni siamo andati a fare una gita ad Aosta. Il ritrovo per la partenza era alle 6:45,ma io come sempre, sono arrivato alle 6:45 per un pelo, subito dopo siamo partiti perché mancavo solo io .
Il mio compagno di viaggio è stato Lorenzo Nardi ,sia all’andata sia al ritorno, ed abbiamo ascolto la musica per quasi tutto il tempo, il restante lo abbiamo impiegato giocando a carte, scherzando e divertendoci.Quando siamo arrivati siamo andati a visitare il Point Saint Martin e  Caterina, cioè la guida ci ha raccontato la leggenda:
tanto tempo fa il ponte era fatto di legno e quando arrivava l’inverno si ghiacciava. Le persone che cercavano di attraversarlo cadevano nel torrente sottostante.
A questo punto gli abitanti della città, compreso il sindaco, decisero di iniziare a raccogliere fondi per riprodurlo in pietra, così cominciarono a costruirlo ma si accorsero che i soldi non bastavano.

Un giorno un forestiero si presentò ad Aosta (che prima si chiamava Augusta Pretoria) e mise sul bancone del sindaco una borsa piena di denaro che di sicuro bastava per finire la loro costruzione, ma voleva qualcosa in cambio: desiderava l’anima del primo passante perché lui era il diavolo, la voce si diffuse in tutto il paesino e quindi nessuno lo attraversava più , allora un eremita propose di farci passare un cane.
Così il sindaco si procurò un tozzo di pane ed un cane molto affamato lanciò il pane sul ponte ed il cane ci si precipitò sopra.
Il diavolo apparve all’improvviso, afferrò il cane e si rese conto che non era una persona, si arrabbiò, tirò un calcio al ponte e così si formò una crepa.
La leggenda mi è piaciuta tantissimo.
Prima di andare al Teatro Romano, Elisa e Giorgia sono andate a chiedere delle indicazioni sui monumenti più importanti ad un negoziante, però si era fatta ora di andare e quindi la prof. Sarcuno le ha richiamate ma lui si ostinava a trattenerle e così è scoppiato un litigio fra la prof. ed appunto il negoziante.
La professoressa ci ha fatti uscire dal negozio e alla fine della litigata è venuta da noi dicendo che gliene aveva dette quattro e secondo il mio parere a fatto più che bene, perché lei aveva ragione.

Per pranzo siamo andati a mangiare in un parco giochi, io ho mangiato due panini al prosciutto, siamo lì circa un'ora.
Alla fine della giornata siamo andati a prendere i souvenir poi siamo partiti e siamo arrivati a casa verso le 19:30.

La gita è stata bellissima, e vorrei rivivere questa esperienza.
Nicolò B. 


Ad Aosta con Elisa B.

Il giorno 28 aprile 2017 abbiamo fatto una gita ad Aosta insieme alle prof Sarcuno, Agliata e Vianello, e con la nostra guida Caterina. Il viaggio da Assago ad Aosta è durato 2 ore e mezza, in cui abbiamo parlato, giocato e ascoltato la musica dalla mia chiavetta USB collegata alla radio del pullman. 

Quando siamo arrivati a Point Saint Martin io avevo paura di salirci ma poi ci sono salita e non ho avuto più paura. Sul ponte Caterina ci ha raccontato la leggenda e la storia vera del ponte, ma io mi ricordo solo la leggenda: Point Saint Martin prima di essere un ponte di pietra era un  ponte di legno senza protezioni in cui le persone cadevano facilmente nel fiume sottostante, e morivano a causa dell’altezza, della corrente e dell’ incapacità di nuotare. Così un giorno decisero di fare una colletta per costruirne uno più sicuro, ma i soldi non bastavano, perciò  il diavolo si presentò e diede tutti i soldi necessari per la costruzione del ponte. Ma volle qualcosa in cambio: l’anima del primo che fosse passato di lì. Gli abitanti del popolo accettarono e decisero di non dirlo a nessuno, ma qualcuno non mantenne il segreto e ben presto tutta la popolazione venne a sapere del fatto, quindi nessuno passava da quel ponte, ma un giorno un ragazzo molto furbo di nome Martin capì che non avrebbe dovuto passarci per forza una persona, ma la prima creatura vivente, e al posto di una persona ci fecero passare un cane; quando il diavolo andò sul ponte a “prelevare” la sua vittima, si accorse che era stato ingannato, preso dalla rabbia tirò un calcio molto forte al ponte, tanto da farne una crepa. 
Dopo il racconto della leggenda abbiamo ripreso il pullman e dopo mezz’ora siamo arrivati ad Aosta, precisamente a Porta Pretoria. Davanti a questo monumento, Caterina ci ha diviso in gruppi: in base alle domande sul foglio, dovevamo chiedere ai passanti delle informazioni, solo che io e Giorgia tra tutta la gente che c’era abbiamo chiesto le informazioni a due ragazze francesi, e visto che non lo sapevamo, abbiamo parlato con naturalezza, solo che loro essendo francesi e non sapendo l’italiano hanno fatto un’espressione come per dire <<Ma parlate la lingua degli alieni?>>, e io avendo capito ho detto <<Bonjour>>  e facendo una risatina ho aggiunto <<Au Revoir>>, quindi siamo andate via ridendo. 
Dopo essere andate dalle ragazze francesi sempre io e Giorgia abbiamo avuto un altro inconveniente, tra tutti i negozianti a cui potevamo chiedere, ce ne è capitato uno che ci ha voluto trattenere nel negozio anche se dovevamo andarcene, e Caterina si è arrabbiata solo perché siamo arrivate in ritardo. 

Dopo una breve camminata siamo andati al Teatro Romano, un sito archeologico molto importante davanti a Porta Pretoria Augusta. Finita la visita a Teatro Romano siamo andati nell’antico Criptoportico, che era un rifugio per nascondersi dagli attacchi nemici. In un vicolo cieco del Criptoportico c’erano dei sassi che formavano una specie di porta, e io avevo pensato che nell’antichità doveva essere un passaggio segreto, così siamo andati nell’area pic-nic solo che quell’area era stata distrutta, quindi siamo andati in un'altra area un po’ più lontana. Lì abbiamo giocato, pranzato e scattato la foto ufficiale della gita. Successivamente siamo andati nella chiesa di Sant’Orso, in cui c’era anche il chiostro: un posto in cui si può meditare con un corridoio, dei capitelli decorati e un giardinetto con un pozzo al centro. Dopo aver fatto la visita alla chiesa sono andata a prendere il gelato con Douaa, Dallù, Martinelli, Eleonora e Camilla. 
Dopo una visita guidata al Castello di Fenìs siamo tornati a casa.


Ad Aosta con Filippo P.

Erano già passate due ore da quando il pullman era partito che finalmente la guida iniziava le presentazioni.
Tutti erano attenti, a parte me e Lorenzo che eravamo intenti a giocare a carte; così è iniziata la prima gita della classe 1°C: direzione Aosta, le attrazioni in programma erano Pont Saint Martin, Aosta e il Castello di Fenis.
Pochi minuti dopo la brutta figura siamo arrivati alla prima tappa: Saint Martin.

Scesi in un parcheggio approssimativo  ci trovavamo davanti al ponte: era non molto grande e poco imponente, come i ponti di Venezia, era fatto di pietra e a prima vista si confondeva con lo sfondo, ma oltre a questo c'era da pensare che era in piedi dai tempi della Roma imperiale. Saliti, la guida ci ha spiegato la leggenda di questo ponte: era un esempio di come il male si possa sconfiggere con pochi sacrifici. Non a caso lo chiamavano anche “Ponte del Diavolo”.
Dopo 40 minuti abbondanti di pullman, abbiamo messo piede ad Aosta.

Il primo monumento che abbiamo incontrato è stato l'Arco di Augusto, un monumento antico costruito per la vittoria contro i Salassi, antica popolazione che abitava quelle terre.
Poche centinaia di metri più avanti si estendeva l'antico teatro romano, un'imponente struttura semicircolare usata soprattutto per rappresentazioni drammatiche. Da lì prendendo un strada che non finiva più si arrivava al Cryptoportico, cioè la parte sotterranea del foro romano ormai distrutto.
Questo passaggio veniva usato per il transito della gente comune.
Dopo tanti minuti di camminata interminabile e continui errori di strada siamo arrivati finalmente al posto in cui dovevamo mangiare. Il luogo era un parco pieno di scolaresche; dopo una scorpacciata di panini e un po' di divertimento sui giochi, eravamo in marcia per il pullman che ci avrebbe portati al famoso e imponente castello di Fenis.

Arrivati, si trovava davanti ai nostri occhi una vista spettacolare: un'imponente struttura di pietra dotata di ben otto torri accattivanti e due cinta di mura che sembravano non essere mai superate. Entrati, era altrettanto bello: affreschi magnifici e interni studiati in modo intelligente, ogni stanza aveva un segreto che migliorava l'efficienza del castello. 
Gli interni erano decorati con arredi, anche se non originali, che si addicevano benissimo al castello. Dopo una lunga, ma bella spiegazione e visita del castello eravamo pronti per tornare a casa. Nel pullman ho pensato a tutto quello visitato; il monumento che mi è piaciuto di più è stato il castello, mi immaginavo di vivere in quell'epoca, cenare a corte, leggere, passare il tempo e parlare con i miei fratelli e genitori, doveva essere magnifico vivere in quel castello sperduto!                                                                 

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