Un
giorno d'autunno, mentre la scuola era chiusa, ero a casa da sola,
perché i miei genitori erano partiti per un viaggio di lavoro.
“Gruuuu…”
Era il mio stomaco, avevo fame, andai in cucina e
vidi il pollo del giorno prima, allora lo mangiai.
“Dinnn…”
Era
un messaggio da Giorgia, che diceva: “Vieni subito a casa mia, ho
una cosa importante da dirti!”.
Non
capivo, allora decisi di andare a casa sua. Appena arrivata, mi portò
subito nella sua camera e chiuse a chiave la porta. Mi stavo
preoccupando, era troppo agitata.
Appena
mi voltai, trovai Douaa sdraiata sul suo letto, con la cicca in
bocca e il cellulare in mano. “Gio, ci puoi spiegare cos’è
successo?!” chiesi.
“Vi devo dire una cosa molto importante, che
però non dovete assolutamente dire a nessuno…”
“Dai Gio
sbrigati, siamo curiose” disse Douaa più incuriosita.
“OK,
l’altro giorno, stavo studiando con il mio computer, mentre bevevo
la mia tazza di the, ma a un certo punto, splash… il the si
è rovesciato sul computer, non ci potevo credere, era il computer dei
miei genitori! Allora sono andata nel panico, non sapevo cosa fare.
All’improvviso, mi è venuta un’idea, un’idea un po’ folle. Ho deciso di andare a scuola e prendere in prestito uno dei tanti computer. Non
se ne sarebbero mai accorti, anche perché non potevo dare ai miei
genitori il computer rotto, mi avrebbero messo in punizione e
avrebbero pensato che ero irresponsabile".
Io e
Douaa siamo rimaste per molti secondi con la faccia perplessa, non
avevamo parole. “Gio, ma ti rendi conto di quello che hai fatto?!” esclamai io.
Douaa
rimase zitta, non sapeva cosa dire.
“ Va bene ti aiuteremo!”
dissi guardando Douaa.
“Sì, ti aiuteremo”
“Siiiiii, grazie
mille ragazze: siete le migliori!”.
Io e
Douaa restammo lì tutto il giorno per organizzare il piano.
Decidemmo di partire la sera. Eravamo pronte, avevamo organizzato
tutto alla perfezione. Volevamo riportare il computer a scuola senza
farci vedere.
Partimmo
da casa di Giorgia, fino ad arrivare a scuola. Era chiusa, non c’era
nessuno. Fortunatamente avevamo le chiavi, perché la prof. Sarcuno,
eccezionalmente, ce le aveva date, dato che ci voleva aiutare, e
sapeva che l’avremmo rimesso a posto. Si fidava di noi. Entrate a
scuola, ci dirigemmo verso l’aula blindata e lo rimettemmo subito
al suo posto.
Stavamo
per uscire, quando a un certo punto, guardammo fuori dalla finestra
e… stava nevicando!
Decidemmo
di restare un altro po’ a scuola, perché prima o poi avrebbe
smesso o quantomeno la neve sarebbe diminuita.
Ci
stavamo annoiando, non sapevamo come riempire il tempo. Mentre
stavamo camminando nei corridoi della scuola, ci imbattemmo in
un’aula che nessuna di noi aveva mai visto.
Pensammo
fosse uno spazio adibito ai professori che usavano per le riunioni.
Invece, con nostro stupore, una volta entrate, ci trovammo circondate
da scaffali pieni di libri…era la biblioteca!
Cominciammo
a sfogliare qualche libro d’avventura e tra questi restammo colpite
da un testo dal titolo “IN TRAPPOLA”.
Intanto
il tempo fuori non accennava a migliorare e noi, così affascinate dal
racconto, continuammo ad andare avanti a leggerlo.
Era
incredibile!!! Quello che stavamo leggendo era esattamente quello
che ci stava accadendo in quello stesso momento. La neve aumentava e
noi eravamo in trappola!!!!
Iniziò
la bufera, un autentico disastro naturale: le linee della
corrente smisero di funzionare… eravamo al buio, preoccupate,
impaurite e infreddolite!
La
neve era così forte che sembrava cadere a mucchi. Le strade furono
completamente bloccate. Gli spartineve si fermarono e si bloccarono
incapaci di proseguire.
Se
volete un rapido indicatore di che tipo di tempesta fosse, eccolo:
autisti congelati nei loro spartineve.
“Adesso
cosa facciamo?” domandò Giorgia impaurita.
“L’unica cosa da fare
e mantenere la calma e sperare che qualcuno venga a salvarci” dissi
io.
Un’ora,
due ore, tre, quattro, cinque ore, il tempo passava e noi eravamo
affamate. Trovammo del cibo negli armadietti, ma non bastava per
sfamarci.
Ad
un certo punto, sentimmo un rumore forte e ci affacciammo alla
finestra… era un elicottero!!!
Nell’elicottero
c’erano i nostri genitori preoccupati, che avevano chiamato la polizia
e ci stavano cercando da troppo tempo.
Ma adesso non ha importanza,
siamo finalmente salve!
Giorgia
aveva capito la lezione e raccontò la verità ai suoi genitori, che
la capirono.
Adesso
sono a casa al calduccio, sana e salva e spero di non rivivere mai
più questa brutta esperienza.
Alice
A.
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