Insieme alla nostra professoressa abbiamo costruito la
piramide del bullismo, che parte da scherzi fastidiosi, per poi arrivare all’umiliazione,
alla persecuzione e al reato.
Tutto questo ci è servito per poi organizzare un lavoro di
gruppo, cioè creare un cartellone e descrivere un personaggio.
I personaggi assegnati erano la vittima, il bullo, i
genitori e gli insegnanti.
Il mio gruppo era formato da Mattia, Camilla e Lorenzo N. Noi
abbiamo dedicato il cartellone alla vittima; ci siamo impegnati molto e abbiamo
lavorato come una squadra.
Io facevo i disegni per rappresentare le varie situazioni,
Lorenzo era la “mente” che ci dava le idee, Camilla organizzava l’ordine del
cartellone e Mattia scriveva.
Secondo me le vittime vengono prese di mira per vari motivi
dal bullo, per esempio un prepotente può far soffrire qualcuno perché si sente
debole e vuole apparire forte, o perché ha dei problemi famigliari che gli
creano tensione e si vuole sfogare con altri. Oppure perché la vittima è
straniera, con difetti fisici, molto intelligente, problematica.
Sicuramente la vittima è impaurita, infastidita, cupa e
vorrebbe passare inosservata, ma il bullo glielo impedisce e come uno squalo si
avventa sulla preda senza pietà.
Per impedire che ciò accada la vittima può ignorare il
bullo, però se la persecuzione va avanti senza fine, potrebbe allearsi con
tutta la classe e riuscire a difendersi ma per questo gli amici devono essere
veri.
A me è capitato di essere al posto della vittima: c’era una
bulla di nome Elisa alla “Nova Terra”, credeva di essere la migliore e quando
io facevo qualcosa di utile o prendevo un bel voto, lei mi infastidiva dicendo
parolacce o minacce; mi trattava male, mi escludeva da tutto e cercava i modi
più crudeli per farmi odiare dagli altri.
Per fortuna con il mio carattere forte non mi sono
abbandonata all’umiliazione e, avendo tanti amici, l’abbiamo fermata; ci siamo
uniti e quando lei mi dava fastidio loro mi difendevano e lei la smetteva
subito.
Da quel momento non ha più commesso cattiverie del genere.
Giulia S.
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