sabato 28 gennaio 2017

La favola: tiriamo le somme (parte seconda)

La favola è un genere letterario antichissimo; i due più grandi scrittori furono Esopo e Fedro. Essi scrissero delle storie (con protagonisti animali) che rappresentavano vizi e virtù umane. 
La favola ha delle caratteristiche particolari: il luogo e il tempo sono indeterminati, i protagonisti sono spesso animali; può essere scritta in versi, non c’è un lieto fine, ha un linguaggio semplice per essere capito anche dai bambini e ha una morale esplicita.
Drammatizzazione di una favola: "Il leone e la mosca"

La favola che mi ha colpito di più è stata “La tartaruga e la lepre” che racconta di due animali: uno rappresenta la lentezza e la perseveranza, mentre l’altro l’agilità e la superficialità.
Si sfidano in una gara di corsa. La tartaruga corre a più non posso mentre la lepre, già sicura di vincere, si addormenta e perde la gara.
La morale dice che applicandosi si ottengono risultati migliori di chi ha doti naturali non coltivate.
Io mi immedesimo in tutti e due gli animali perché in un ambito in cui so di non essere bravo e ci tengo a esserlo (perché altrimenti non ci provo nemmeno) mi applico e provo a diventarlo, mentre se so di essere bravo e il compito mi pare facile, metto solo una briciola del mio impegno per “superarlo”.
Una volta mi capitò di essere sia una tartaruga sia una lepre: fu in occasione di un torneo di basket dove io e la mia squadra giocavamo contro degli avversari che avevamo sempre battuto, dando per scontato di vincere anche quella volta; l’abbiamo presa sotto gamba e abbiamo perso. Il mese seguente, sapendo che erano migliorati, ci siamo impegnati al massimo mentre gli avversari, già pensando di aver la vittoria in tasca, hanno commesso falli stupidi e sbagliavano i tiri, concedendo così la vittoria a noi. 
Secondo me la storia insegna a non sottovalutare i propri avversari e ad applicarsi sempre e comunque (anche se si sa di essere bravi).
Lorenzo D.

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