Casa Editrice: BurRizzoli
Edizione del: quinta del
2018
Frasi più importanti:
-
Ma cos’ho da temere? Cose del genere non si
riprodurranno più, mai più. Le sacche sono in solaio e ci resteranno per
sempre.
Forse…
- Il 10 settembre un treno si fermò in stazione
e ne scesero un migliaio
di tedeschi. C’erano SS e civili tra loro, uomini della Gestapo.
La seconda occupazione era incominciata.
Personaggio preferito:
Maurice
Ho scelto Maurice per un
semplice e coinciso motivo: è riuscito a fare da madre e padre a Joseph senza
dimenticare com’è essere fratelli; per questo lo stimo molto.
È riuscito a farsi conoscere
pur non essendo non essendo la voce narrante.
Sarebbe azzardato paragonare
Maurice a Virgilio, perché il piccolo ragazzo francese, secondo me, è riuscito
a fare molto di più del poeta mantovano: trasportando una piccola anima
indifesa in un mondo che non li voleva.
Breve trama:
Joseph e Maurice Joffo sono
due ragazzi nella Parigi del 1941: vanno a scuola, giocano a biglie e si
divertono con la spensieratezza che caratterizza tutti i bambini; soltanto una
cosa li differenzia dagli altri bambini del quartiere: sono ebrei. In quella
società che non fa altro che ricoprirli d’odio, la famiglia Joffo ha solo
un’alternativa: riuscire a far scappare prima i due fratelli grandi, poi i due
fratelli piccoli. Intraprendono così un viaggio verso la libertà che gli era
stata negata solo per la loro religione.
Commento personale:
“Un Sacchetto di Biglie” è
stata una lettura molto emozionante, non solo per gli
svariati episodi rocamboleschi che costringono i due piccoli ragazzi a scappare
da un mondo che non li vuole, ma anche perché viene raccontato un mondo di odio
dagli occhi innocenti di un bambino, che non comprende la morte, ma che
imparerà a conoscerla intraprendendo il suo viaggio. Consiglio questo libro a
chi vuole scoprire cosa vuol dire non essere voluti.
Filippo P.
DESCRIZIONE
DEL PERSONAGGIO CHE MI HA COLPITO DI PIÙ: Di Joseph mi ha
stupito molto la freddezza e la capacità di riuscire a mettere da parte il suo
bisogno di vivere la propria infanzia in modo normale. E mi ha affascinato la
fiducia che riponeva in suo fratello Maurice.
FRASI
CHE MI HANNO COLPITO MAGGIORMENTE:
“Un fratello è uno a cui si
rende l’ultima biglia che gli è stata appena vinta”
“Non mi hanno preso la vita,
forse hanno fatto di peggio, mi rubano la mia infanzia, hanno ucciso in me il
bambino che potevo essere…”
COMMENTO
PERSONALE: Questo libro mi ha dimostrato che la guerra non uccide
solo le persone ma può fare molto di peggio. Costringere dei bambini a lasciare
la loro casa, i genitori, gli amici, l’infanzia per fuggire da persone che
nemmeno conoscono e a cui non hanno mai fatto nulla, per un solo motivo, essere
ebrei.
È stato un libro scorrevole
ma non brevissimo, non ha una scrittura complessa e lo consiglio a chi ha il piacere
di leggere un libro con delle fondamenta storiche.
Lorenzo D.
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