sabato 15 settembre 2018

Un sacchetto di biglie



Autore: Joseph Joffo
Casa Editrice: BurRizzoli
Edizione del: quinta del 2018

Frasi più importanti:
-         Ma cos’ho da temere? Cose del genere non si riprodurranno più, mai più. Le sacche sono in solaio e ci resteranno per sempre.
Forse…
-       Il 10 settembre un treno si fermò in stazione e ne scesero un migliaio di tedeschi. C’erano SS e civili tra loro, uomini della Gestapo. La seconda occupazione era incominciata.

Personaggio preferito: Maurice
Ho scelto Maurice per un semplice e coinciso motivo: è riuscito a fare da madre e padre a Joseph senza dimenticare com’è essere fratelli; per questo lo stimo molto.
È riuscito a farsi conoscere pur non essendo non essendo la voce narrante.
Sarebbe azzardato paragonare Maurice a Virgilio, perché il piccolo ragazzo francese, secondo me, è riuscito a fare molto di più del poeta mantovano: trasportando una piccola anima indifesa in un mondo che non li voleva.


Breve trama:
Joseph e Maurice Joffo sono due ragazzi nella Parigi del 1941: vanno a scuola, giocano a biglie e si divertono con la spensieratezza che caratterizza tutti i bambini; soltanto una cosa li differenzia dagli altri bambini del quartiere: sono ebrei. In quella società che non fa altro che ricoprirli d’odio, la famiglia Joffo ha solo un’alternativa: riuscire a far scappare prima i due fratelli grandi, poi i due fratelli piccoli. Intraprendono così un viaggio verso la libertà che gli era stata negata solo per la loro religione.

Commento personale:
“Un Sacchetto di Biglie” è stata una lettura molto emozionante, non solo per gli svariati episodi rocamboleschi che costringono i due piccoli ragazzi a scappare da un mondo che non li vuole, ma anche perché viene raccontato un mondo di odio dagli occhi innocenti di un bambino, che non comprende la morte, ma che imparerà a conoscerla intraprendendo il suo viaggio. Consiglio questo libro a chi vuole scoprire cosa vuol dire non essere voluti.

Filippo P. 


DESCRIZIONE DEL PERSONAGGIO CHE MI HA COLPITO DI PIÙ: Di Joseph mi ha stupito molto la freddezza e la capacità di riuscire a mettere da parte il suo bisogno di vivere la propria infanzia in modo normale. E mi ha affascinato la fiducia che riponeva in suo fratello Maurice.

FRASI CHE MI HANNO COLPITO MAGGIORMENTE:

“Un fratello è uno a cui si rende l’ultima biglia che gli è stata appena vinta”

“Non mi hanno preso la vita, forse hanno fatto di peggio, mi rubano la mia infanzia, hanno ucciso in me il bambino che potevo essere…”

COMMENTO PERSONALE: Questo libro mi ha dimostrato che la guerra non uccide solo le persone ma può fare molto di peggio. Costringere dei bambini a lasciare la loro casa, i genitori, gli amici, l’infanzia per fuggire da persone che nemmeno conoscono e a cui non hanno mai fatto nulla, per un solo motivo, essere ebrei.
È stato un libro scorrevole ma non brevissimo, non ha una scrittura complessa e lo consiglio a chi ha il piacere di leggere un  libro con delle fondamenta storiche.
Lorenzo D.

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