giovedì 31 gennaio 2019

"1984" di Orwell


AUTORE: George Orwell

CASA EDITRICE: Mondadori

EDIZIONE: 2018

FRASI CHE MI SONO PIACIUTE DI PIÙ:
1  Ma tutto era a posto adesso, tutto era a posto, la lotta era finita. Era riuscito a trionfare su se stesso. Era riuscito ad amare il Grande Fratello.

     Il volto del Grande Fratello gli s’infiltrò nella mente, spodestando quello di O’Brien. Come aveva fatto qualche giorno prima, Winston tirò fuori dalla tasca una moneta e la guardò. Quel volto prese a fissarlo, energico, calmo, rassicurante. Ma che tipo di sorriso si celava sotto i baffi neri? Come un greve rintocco, gli risuonarono nella mente le parole:

LA GUERRA È PACE

LA LIBERTA È SCHIAVITÙ

L’IGNORANZA È FORZA

PERSONAGGIO PREFERITO: O’Brien
Sicuramente non ho scelto lui per la bravura o simpatia, ma per l’incredibile legame che ha con Winston (il protagonista) e neanche alla fine si capisce se è indotto o involontario: per me è stato il grande mistero di questo libro.
O’Brien, oltre ad avere la capacità di essere in sintonia con Winston,  riesce a interpretare perfettamente il ruolo dell’esempio perfetto di ortodossia.

TRAMA:
Winston lavora al Ministero della Verità, un luogo dalla forma piramidale che si occupa di cambiare la storia, attraverso un semplicissimo metodo: la falsificazione continua dell’unico giornale esistente. Winston è l’unico che sembra accorgersi di quello che sta accadendo, mentre gli altri membri del partito lavorano, eseguono e vivono una vita senza gioie o svaghi; il loro unico scopo è amare il Grande Fratello, figura mistica che capeggia il Partito.
In un’esistenza in cui sembra che l’ignoranza viga da padrona, soltanto la tenue speranza di una ribellione tiene in vita tutte queste persone, che piuttosto di cadere nel controllo totale del Partito, rischiano ogni giorno la propria vita.






COMMENTO PERSONALE:
Credo esistano due letture per questo capolavoro letterario:
una è quella classica, di una persona che si immedesima in un personaggio e legge le righe pensando al fulcro dell’azione.
La seconda invece, è pensare con la mente di George Orwell, una semplicissima persona degli anni quaranta, che con  l’avventare della tecnologia e allo stesso tempo vedere gli stati del patto di Praga avvicinarsi al loro massimo splendore, non riesce più a capire se immaginare un avvenire florido o totalitario per il proprio figlio.
Ormai solo un pazzo immagina il futuro come l’autore di questo libro, ma è interessante pensare come l’angoscia per un mondo quasi irreale, sia riuscita a creare un qualcosa di così vivido e, sotto un certo aspetto, vicino ai nostri tempi.

Filippo P.




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