Autore:
Luigi Garlando
Genere: narrativa ragazzi
Come dove quando e perché l’ho letto:
L’ho letto molto velocemente
nel mio letto nel mese di dicembre, l’ho letto perché volevo leggerlo da un po’
di tempo ma non trovavo mai il tempo così, quando ho avuto l’occasione, l’ho
colta subito al volo ed ero molto felice inoltre ne avevo sentito parlare molto
e aveva suscitato la mia curiosità.
Dove è ambientato:
Il libro è ambientato a
Palermo nel 2002
BREVE TRAMA
Giovanni è un ragazzo che abita a Palermo.
Al suo decimo compleanno, mentre gira per la città insieme a suo papà Luigi, viene a conoscenza della storia di Giovanni Falcone e della
mafia. Il papà racconta infatti a Giovanni del maxi processo per cui moltissimi
mafiosi sono finiti in carcere grazie al pool antimafia: la squadra di
Giovanni. Gli racconta degli anti mafiosi che sono morti per colpa della mafia
ma dopo quel processo, racconta, che la gente dice che Giovanni Falcone fa
tutto questo solo per fama e soldi e non per il bene della città anche se non è
vero, così Giovanni si trasferisce a Roma in cui vive una libertà per lui unica
perché, dopo tanto tempo passato in casa, “rinasce”, ma quando torna a Palermo
muore per colpa dell’attentatuni: un
piano messo in pratica dai mafiosi. Luigi racconta che mentre Giovanni moriva
lui stava per nascere ed è per questo che ha deciso di chiamarlo Giovanni.
Cosa mi è piaciuto e perché:
Mi è piaciuto il fatto che Luigi raccontasse la storia di Giovanni con
oggetti e metafore perché paragona ciò che può essere complicato a delle cose
della vita normale e quotidiana.
Cosa non mi è piaciuto e perché:
Non mi è piaciuto l’inizio perché non ho capito bene
cosa c’entrasse con la storia, comunque il libro è stato molto istruttivo e
bello perché mi ha insegnato delle cose che non sapevo.
La musica che metterei come colonna sonora a
questo libro:
Metterei “Magnifico” di Fedez perché mi fa pensare al
fatto che Giovanni non poteva uscire di casa.
A che tipo di persona lo consiglio:
Lo
consiglio ai ragazzi perché capiscano cos’è la mafia e la giusta via da
prendere contro l’ingiustizia.
La mia frase/pagina/episodio preferito:
“Quel giorno è l’11 febbraio 1986; in questo palazzo
si apre il maxiprocesso Cosa Nostra. Giornali e televisioni lo chiamano così:
maxiprocesso perché è grande. È stata preparata un’aula apposta un’aulabunker,
blindata contro gli attentati; è gigantesca e i giornalisti scrivono che sembra
un’astronave verde. In questa aulabunker, l’11 febbraio 1986, entrano tutti gli
uomini d’onore che sono stati arrestati grazie alle indagini della squadra di
Giovanni. Devono essere processati: i giudici diranno se sono colpevoli o
innocenti… …il giudice con la barba legge: “Condannato…
condannato… condannato…” una raffica di “condannato come se li sparasse col
kalashnikov: seicento “condannato al minuto… il mostro è stato giudicato
colpevole ed è stato condannato a scontare, complessivamente, diciannove ergastoli,
più duemilaseicentosessantacinque anni di carcere, più undici miliardi e mezzo
di multa da pagare.”
Mi piace questo pezzo perché Falcone compie un’azione
fantastica e sta facendo giustizia a Palermo.
Il mio libro in tre parole:
MAXIPROCESSO-MAFIA-GIOVANNI
Arianna M. II D
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