AUTORE: George Orwell
CASA EDITRICE: Mondadori
EDIZIONE: 2018
FRASI CHE MI SONO PIACIUTE
DI PIÙ:
1 Ma
tutto era a posto adesso, tutto era a posto, la lotta era finita. Era riuscito
a trionfare su se stesso. Era riuscito ad amare il Grande Fratello.
Il
volto del Grande Fratello gli s’infiltrò nella mente, spodestando quello di
O’Brien. Come aveva fatto qualche giorno prima, Winston tirò fuori dalla tasca
una moneta e la guardò. Quel volto prese a fissarlo, energico, calmo,
rassicurante. Ma che tipo di sorriso si celava sotto i baffi neri? Come un
greve rintocco, gli risuonarono nella mente le parole:
LA GUERRA È PACE
LA LIBERTA È SCHIAVITÙ
L’IGNORANZA È FORZA
PERSONAGGIO PREFERITO:
O’Brien
Sicuramente non ho scelto
lui per la bravura o simpatia, ma per l’incredibile legame che ha con Winston
(il protagonista) e neanche alla fine si capisce se è indotto o involontario:
per me è stato il grande mistero di questo libro.
O’Brien, oltre ad avere la
capacità di essere in sintonia con Winston,
riesce a interpretare perfettamente il ruolo dell’esempio perfetto di
ortodossia.
TRAMA:
Winston lavora al Ministero
della Verità, un luogo dalla forma piramidale che si occupa di cambiare la
storia, attraverso un semplicissimo metodo: la falsificazione continua
dell’unico giornale esistente. Winston è l’unico che sembra accorgersi di quello
che sta accadendo, mentre gli altri membri del partito lavorano, eseguono e vivono una
vita senza gioie o svaghi; il loro unico scopo è amare il Grande Fratello,
figura mistica che capeggia il Partito.
In un’esistenza in cui
sembra che l’ignoranza viga da padrona, soltanto la tenue speranza di una
ribellione tiene in vita tutte queste persone, che piuttosto di cadere nel
controllo totale del Partito, rischiano ogni giorno la propria vita.
COMMENTO PERSONALE:
Credo esistano due letture
per questo capolavoro letterario:
una è quella classica, di
una persona che si immedesima in un personaggio e legge le righe pensando al
fulcro dell’azione.
La seconda invece, è pensare
con la mente di George Orwell, una semplicissima persona degli anni quaranta,
che con l’avventare della tecnologia e
allo stesso tempo vedere gli stati del patto di Praga avvicinarsi al loro
massimo splendore, non riesce più a capire se immaginare un avvenire florido o
totalitario per il proprio figlio.
Ormai solo un pazzo immagina
il futuro come l’autore di questo libro, ma è interessante pensare come
l’angoscia per un mondo quasi irreale, sia riuscita a creare un qualcosa di
così vivido e, sotto un certo aspetto, vicino ai nostri tempi.
Filippo P.