venerdì 12 ottobre 2018

Riflessioni: adolescenti ed equilibristi



Nella foto sul libro di antologia si vede un ragazzino che sta perdendo l’equilibrio, ma secondo me poi riesce a riprenderlo grazie all’inclinazione che crea mettendo il suo corpo in un certo modo.
Con la frase dell’equilibrista ripenso alle mie giornate: succedono cose brutte e cose belle, come perdere l’equilibrio, ma poi lo si riprende tornando dritto sui propri passi.
Lorenzo N.














Non posso dire con certezza che l’adolescenza sia uno stretto filo su cui camminare. L’equilibrio, per me, più che un miracolo mi sembra un obiettivo: per percorrere questa corda chiamata “adolescenza” non abbiamo bisogno di un miracolo, ma di abilità.
Abilità nello scansare i problemi, abilità nell’aggrapparci ad una mano sicura quando ne abbiamo bisogno o, semplicemente, abilità nel non cadere.

Perché a noi non interessa tanto stare in piedi, ma non cadere davanti a tutti. Un concetto che facciamo in fretta a liquidare quando ce ne parlano, ma per cui ci struggiamo ogni sera pensando a delle conseguenze che forse non arriveranno mai, forse questo pensiero ci affligge talmente tanto nel profondo, che mi chiedo se sia esso stesso il male che vuole predire.
Filippo P.


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